sabato 10 ottobre 2015

L'uomo che piantava gli alberi





Il protagonista del filmato “Elzéard Bouffier ha trasformato da solo una terra desolata, dove la vita è ritornata in tutte le sua forme. Egli ha atteso con ostinazione che la natura facesse il suo corso senza farsi scoraggiare dalle avversità. Si è adoperato CON FIDUCIA  per tentativi, commettendo errori. Eppure non si è mai arreso, nutrendo la speranza del cambiamento”.
il protagonista sapeva che tutti gli eventi hanno il loro tempo. C’è un momento per ogni cosa: un tempo affinché una ferita si cicatrizzi; un’attesa perché si attui un cambiamento. Basta saper attendere. Ma Saper attendere non significa aspettare passivamente, si attende  agendo  per tentativi ed errori e con immensa pazienza E FIDUCIA

La pazienza è un’attesa consapevole.
L’etimologia del termine pazienza rimanda al verbo latino “patior” che significa “sopportare” ma anche “subire”, da cui scaturisce l’idea della sofferenza che in essa è insita. Tuttavia, chi ha pazienza non si dispera ma permane, seppur non indifferente, nell’attesa dell’evolversi degli eventi, avendo maturato la consapevolezza che ogni cosa ha la sua ragion d’essere: “Ricevi con semplicità quello che ti accade”[1]

L’etimologia del termine fidùcia s. f. [dal lat. fiducia, der. di fidĕre «fidare, confidare»] (pl., raro, -cie). –  Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità

 “Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole”[2].

In ogni momento possono accadere eventi che ci procurano sofferenza. Possono essere i cambiamenti più o meno improvvisi oppure l’incapacità del cambiamento che inducono in noi sofferenza, tristezza e ansia.
 Noi soffriamo nel cambiamento perché perdiamo momentaneamente ogni riferimento a noi noto. Eppure è proprio questo smarrimento che ci consente di sviluppare le nostre potenzialità, la nostra capacità di ritrovare la strada.

Dobbiamo perderci per poterci ritrovare rinnovati.
 Non è un processo immediato: ci occorre del tempo per effettuarlo. In questo senso la pazienza offre spazio per la gestazione delle idee:  il nostro sé diventa fucina di soluzioni creative che producono un riadattamento alla nuova situazione. Valorizzare il processo che avviene nel tempo e in una direzione, investe di dignità qualunque esternazione di sofferenza.




[1] RASHI BEN ELIEZER
[2] JEAN GIONO, L’uomo che piantava gli alberi      


BUONA VITA

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"