martedì 23 dicembre 2014

AUGURI NATALE 2014

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Quest'anno vi voglio fare gli auguri inviandovi una torta, anche se 

virtuale, partendo dal presupposto che questa torta in realtà 

metaforicamente siete voi, è l'uomo .

Ma come è fatto l'uomo?  


Partiamo da un immagine banale ma chiarificatrice.

Se dovessimo fare una torta dovremmo prendere della farina, dello

zucchero, delle uova, del latte, impastando tutto senza dimenticare il lievito. Di cosa è impastato l'uomo? Quali sono, per così dire, i suoi "ingredienti"? 

Il primo che sicuramente vediamo è il corpo. Ma se facciamo 

attenzione non è solo corpo, altrimenti sarebbe un animale come altri. 

Nell'uomo c'è anche l'intelligenza, la sua capacità di ragionare sulle cose e 

su se stesso. Ma anche l'intelligenza non è sufficiente a fare la "torta" 

dell'uomo, perché non si riduca ad una sorta di computer che si muove. 

L'uomo sente le cose che fa, ne rimane coinvolto perché è intriso di sentimento, di 

affettività. Ma anche questo non basta perché l'uomo sia se stesso: ci vuole una sorta di 

volante che gli permetta di dirigere la sua vita: la volontà. 

Questi sono fondamentalmente i quattro "ingredienti" dell'uomo:

- corpo
- intelligenza
- affettività
- volontà.

E l'uomo e uomo se questi 4 "ingredienti" non prevaricano l'uno su l'altro ma sono 

armonicamente in relazione fra di loro. Ma non dimentichiamoci che una torta per essere buona, soffice, fragrante ha bisogno di lievitare  Per questo si potrebbe dire che il "lievito" che permette all'uomo di essere uomo sono  proprie le relazioni.

Non c'è bisogno di tante relazioni ma di buone relazioni (un buon lievito) che non ci appesantisca , che ci faccia crescere e ci faccia essere "saporiti"

di cuore vi auguro di trovare, sotto l'albero in questo fine 2014 e per tutto il nuovo 2015 il giusto equilibrio tra i vari ingredienti e buone relazioni che vi facciano essere speciali. 

albero natale.gif

Auguri sinceri e affettuosi di buon Natale!!! 
Da me a voi TUTTI A presto!! Con affetto
BUONA VITA 

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 

giovedì 18 dicembre 2014

Una Ricarica di Motivazione.

Ti sei svegliato: scoglionato? Certo  potevo essere più fine usare termini come : annoiato, seccato, abbattuto, scontento, infastidito, irritato; penso però che “scoglionato” renda meglio l’idea del risveglio con mancanza assoluta di motivazione.
Allora fai come ho fatto io: leggiti queste 100 frasi e visualizza i loro autori, come se le stessero pronunciando direttamente a te.
Vedrai che alla fine, dopo aver incontrato tutti questi personaggi e avere ascoltato ciò che hanno da dirti, probabilmente affronterai il resto della giornata in maniera diversa.

 Buona ricarica

  1. Non aspettare; non sarà mai il tempo opportuno. Inizia ovunque ti trovi, con qualsiasi mezzo tu puoi avere a tua disposizione; mezzi migliori li troverai lungo il cammino. -Napoleon Hill
  2. Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. -Steve Jobs
  3. Sforzati di non avere solo successo, ma piuttosto di essere di valore. -Albert Einstein
  4. Due strade divergevano nel bosco, ed io… io scelsi quella meno battuta e questo fece la differenza. -Robert Frost
  5. La domanda comune che viene chiesto nel business è, ‘perché?’ Questa è una buona domanda, ma una questione altrettanto valida è: ‘perché no?’ -Jeffrey Bezos
  6. Sbagli il 100% dei colpi che non spari. -Wayne Gretzky
  7. Ho sbagliato più di 9000 tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte, mi hanno dato la fiducia per fare il tiro vincente dell’ultimo secondo e ho sbagliato. Ho fallito più e più e più volte nella mia vita. È per questo che ho avuto successo.-Michael Jordan
  8. Ogni battuta mi porta vicino alla prossima corsa alla base. -Babe Ruth
  9.  La Chiarezza di intenti è il punto di partenza di ogni successo. -W. Clement Stone
  10.  La vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti. -John Lennon
  11.  Noi diventiamo ciò che pensiamo. -Earl Nightingale
  12.  Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora,abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.-Mark Twain
  13. La vita è il 10% ciò che ti accade e x il 90% come tu reagisci alle cose che ti accadono. -John Maxwell
  14.  Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto. -Tony Robbins
  15. Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato, ma ogni giorno è fortunato per chi sa darsi da fare.-Buddha
  16.  Il miglior momento per piantare un albero era vent’anni fa; il secondo miglior momento è ora. -Proverbio-Cinese
  17.  Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta -Socrate
  18.  Si vive una sola volta. E qualcuno neppure una. -Woody Allen
  19.  Non aspettare. Il tempo non sarà mai giusto. -Napoleon Hill
  20.  Vincere non è tutto, lo è il provare a vincere. -Vince Lombardi
  21.  Io non sono un prodotto della mia situazione. Io sono un prodotto delle mie decisioni. -Stephen Covey
  22.  Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che si cresce. -Pablo Picasso
  23.  Non si può mai attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva. -Cristoforo Colombo
  24.  Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. -Maya Angelou
  25.  Possiamo avere di più di quello che abbiamo perchè possiamo diventare di più di quello che siamo. -Jim Rohn
  26.  Sia che tu pensi di potere o di non potere, hai ragione -Henry Ford
  27.  I due giorni più importanti nella tua vita sono il giorno in cui nasci e il giorno in cui scopri il perché sei nato. -Mark Twain
  28. Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in se genialità, magia e forza. Comincia ora. -Johann Wolfgang von Goethe
  29. L’uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro.- Mahatma Gandhi
  30. Le persone spesso dicono che la motivazione non dura. Bene. nemmeno un buon bagno, rispondo io, per questo si raccomanda di farlo ogni giorno-Zig Ziglar
  31. L’ispirazione esiste, ma ci deve trovare già all’opera. -Pablo Picasso
  32. Se una voce dentro di te continua a ripeterti “non sarai mai in grado di dipingere”, allora dedicati alla pittura con tutto te stesso, e vedrai che quella voce sarà messa a tacere. -Vincent Van Gogh
  33. C’è solo un modo per evitare le critiche: non fare nulla, non dire nulla, e non essere niente. -Aristotele
  34. Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta. -Henry Ford
  35. L’unica persona che sei destinato a diventare è la persona che decidi di essere. -Ralph Waldo Emerson
  36. Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni. Vivi la vita che hai immaginato. -Henry David Thoreau
  37. Quando mi troverò di fronte a dio alla fine della mia vita, mi augurerò di non avere neanche un briciolo di talento rimasto, in modo da dirgli : “ho usato tutto quello che mi hai dato” -Erma Bombeck
  38. Che cosa puoi fare tu, solo tu, di modo che, facendolo bene, farai la differenza?- Brian Tracy
  39. Se tu parli agli animali loro anche ti parleranno, così vi conoscerete. Se non parli agli animali, non li conoscerai mai. E ciò che non conosci lo temerai sempre. Ciò che si teme, si distrugge. – Antico proverbio indiano
  40. Ogni volta che ti viene chiesto se puoi fare un lavoro, rispondi, “Certo che posso!” Poi datti da fare e scopri come farlo. -Theodore Roosevelt
  41. Tutto quello che hai sempre voluto è dall’altro lato della paura. -George Addair
  42. Si può facilmente perdonare un bambino che ha paura del buio, la vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce. -Platone
  43. Una volta che hai scelto la speranza, tutto è possibile. -Christopher Reeve
  44. Inizia dove ti trovi. Usa ciò che hai. Fai ciò che puoi. -Arthur Ashe
  45. Quando avevo 5 anni, mia madre mi disse che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi chiesero che cosa avrei voluto essere da grande. Io scrissi ‘felice’. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita. -John Lennon
  46. Cadere sette volte e alzarsi otto. Proverbio-giapponese
  47. Quando una porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma spesso guardiamo così a lungo la porta chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi. -Helen Keller
  48. Ogni cosa ha bellezza, ma non tutti la possono vedere. -Confucio
  49. Che bello il fatto che nessuno debba aspettare un momento particolare per iniziare a migliorare il mondo -Anne Frank
  50. Chi conosce gli altri è sapiente,chi conosce sé stesso è illuminato.Chi vince gli altri è potente,chi vince sé stesso è forte. -Lao Tzu
  51. La differenza tra una persona di successo e gli altri non è la mancanza di forza o mancanza di conoscenza,piuttosto una mancanza di volontà. -Vince Lombardi
  52. La felicità non è qualcosa di già pronto. Viene dalle vostre azioni. -Dalai Lama
  53. L’unico modo di trovare i limiti del possibile è andando oltre loro nel impossibili. -Arthur C. Clarke
  54. Ciò che dobbiamo imparare a fare, lo impariamo facendolo. -Aristotele
  55. Se il vento non serve, usa i remi. -Proverbio latino
  56. Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila….
  57. Chi ama molto, rende molto, e può fare molto, e ciò che viene fatto in amore è fatto bene. -Vincent Van Gogh
  58. Troppi di noi non vivono i nostri sogni perché stiamo vivendo le nostre paure. -Les Brown
  59. Le sfide sono ciò che rende la vita interessante e il loro superamento è ciò che rende la vita significativa. -Joshua J.Marine
  60. Il modo per iniziare è quello di smettere di parlare e iniziare a fare. -Walt Disney
  61. Il sapere non è sufficiente, dobbiamo applicare. Il volere non è sufficiente, dobbiamo fare. -Leonardo da Vinci
  62. Le limitazioni vivono solo nella nostra mente. Ma se usiamo la nostra immaginazione, le nostre possibilità diventano infinite. -Jamie Paolinetti
  63. Confida a te stesso i tuoi terrori più profondi: dopo di ciò, la paura non avrà più potere, la paura della libertà si assottiglierà fino a scomparire, e tu sarai libero. -Jim Morrison
  64. Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro. -Bob Dylan
  65. Non ho mancato la prova. Ho appena trovato 100 modi per farla sbagliata. -Benjamin Franklin
  66. Se vuoi avere successo, il tuo desiderio di successo deve essere più grande della tua paura di fallire. -Bill Cosby
  67. Una persona che non ha mai commesso un errore non ha mai provato nulla di nuovo. – Albert Einstein
  68. La persona che dice che non si può fare non dovrebbe interrompere la persona che lo sta facendo. Proverbio-Cinese
  69. Il segreto nella vita, come nello sport, sta nel cercare l’adrenalina nelle emozioni e non nel doping.- Antonio Piazzolla
  70. Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti potuto essere. -George Eliot
  71. Da un certo punto in avanti non c’è più modo di tornare indietro. E’ quello il punto al quale si deve arrivare. -Franz Kafka
  72. Preferirei morire di passione che di noia. -Vincent van Gogh
  73. Un uomo è veramente ricco quando i suoi figli corrono tra le sue braccia, anche se è arrivato a mani vuote. -Anonimo
  74. Vi sono state date in dono due estremità: una perché vi ci sediate sopra e l’altra da utilizzare per pensare. Il successo nella vita dipende da quale delle due avrete utilizzato di più – -Ann Landers
  75. Se vuoi che tuo figlio cresca bene, trascorri con lui più tempo, con la metà dei soldi-Abigail Van Buren
  76. Tutto l’universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni. Paulo Cohelo
  77. Senza deviazioni dalla norma, il progresso non è possibile. -Frank Zappa
  78. L’istruzione costa denaro, ma anche l’ignoranza. -Sir Claus Moser
  79. Ricordati che le persone più felici non sono quelle che ottengono di più, ma quelle che danno di più. -H. Jackson Brown,Jr.
  80. Non importa quanto lentamente si va, finché non ti fermi. -Confucio
  81. Lascia che raffinare e migliorare la tua vita ti tenga così occupato da avere poco tempo per criticare gli altri. -H.Jackson Brown, Jr.
  82. Ricorda che non ottenere ciò che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna. -Dalai Lama
  83. Non si può consumare la creatività: più la usi, più ne hai. -Maya Angelou
  84. Come il ferro in disuso arruginisce, così l’inazione sciupa l’intelletto. -Leonardo da Vinci
  85. Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano. -Martin Luther King Jr.
  86. Fai quello che puoi, nel luogo in cui sei, con quello che hai. -Teddy Roosevelt
  87. Il modo più comune in cui le persone rinunciano al proprio potere è pensare di non averne. -Alice Walker
  88. Sognare, dopo tutto, è una forma di pianificazione. -Gloria Steinem
  89. Non farti limitare mai dalle immaginazioni limitate di altre persone. Se adotti il loro atteggiamento ti precluderai già delle possibilità. Rivaluta il mondo per te stesso. -Mae Jemison
  90. Se tu fallissi potresti essere deluso, ma sarai dannato se non provi. -Beverly Sills
  91. Ricorda che nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso. -Eleanor Roosevelt
  92. La vita è ciò che facciamo, è sempre stato, sempre sarà. -Grandma Moses
  93. È la curiosità che mi fa svegliare alla mattina.- Federico Fellini
  94. Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. -Dalai Lama
  95. Non sono gli anni della tua vita che contano. Mala vita nei tuoi anni. -Abraham Lincoln
  96. Cambia i tuoi pensieri e cambierai il mondo. -Norman Vincent Peale
  97. Scrivi qualcosa degno di essere letto o fai qualcosa degno di essere scritto. -Benjamin Franklin
  98. Niente è impossibile, la parola stessa dice: “io sono possibile!” -Audrey Hepburn
  99. L’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fai. -Steve Jobs
  100. Se puoi sognarlo, puoi realizzarlo. -Zig Ziglar
Mi auguro che questa lista possa esserti di aiuto e ricaricarti in quei momenti in cui ti senti scoglionato sappi però che per sfruttare al massimo la motivazione significa anche avere ben chiaro un OBIETTIVO. La motivazione è un mattone importante per il proprio benessere mentale.
Fammi sapere che ne pensi e quale aforisma ti è piaciuto di più


BUONA VITA 


Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 

giovedì 11 dicembre 2014

Aumenta l’autostima


Avere una maggiore fiducia in noi stessi non ci rende imbattibili, ma è il primo passo per riuscire ad affrontare con più energia la nostra vita di tutti i giorni e riuscire a raggiungere i nostri migliori obiettivi.
Spesso sentiamo parlare di autostima, ma forse non abbiamo mai avuto modo di soffermarci a comprendere, veramente, quanto sia fondamentale per ognuno di noi migliorare o mantenere  ad un buon livello la nostra autostima  . Avere una buona autostima agevola lo svolgersi della nostra vita e migliora il nostro benessere.
Infatti, chi ha una bassa autostima è esposto a molti rischi, come la perdita di fiducia in sé stessi  e nel mondo circostante, oltre che una difficoltà a capire quali sono i propri obiettivi  e riuscire a portarli a compimento.
Da quanto ne sappiamo e lo dice la parola stessa, l’autostima è l’attenzione che rivolgiamo a noi stessi.

L’autostima non è qualcosa di statico e invariabile, ma si può migliorare per tutta la vita.
Innanzi tutto l’autostima è una scelta.
In qualunque momento della vita possiamo intervenire per modificare la stima di noi stessi.
Per migliorare una bassa autostima dobbiamo modificare la concezione che abbiamo di noi stessi.

3 suggerimenti pratici per migliorare l’Autostima

 Abituati a prendere decisioni
Decidi in modo immediato… Se continui a rimandare ti intrappoli nel meccanismo del procrastinare.
Soprattutto nelle circostanze che richiedono poco tempo per essere risolte.
Quando rimandiamo rallentiamo la nostra efficacia e perdiamo il controllo della nostra vita.
Fai leva sui tuoi punti di forza
Scrivi in un elenco i tuoi punti di forza e spingiti in avanti per renderli ancora più forti.
Quando li avrai consolidati rinforza i tuoi punti più deboli, in modo che diventino altrettanto forti.
Fissa degli obiettivi
Fissa degli obiettivi semplici e a breve termine… Soprattutto agisci.

Conclusione

L’autostima è un aspetto fondamentale per raggiungere il meglio nella vita. Se rimaniamo fermi a credere di non farcela non riusciremo a raggiungere una buona conoscenza di noi stessi per realizzare i nostri obiettivi ed esprimere le nostre potenzialità. A volte è necessario rivolgersi ad un professionista che con strumenti cognitivi ma anche pratici ci metta in condizioni di ricontattare tutte le nostre risorse .
Concludo con una frase di  Albert Einstein:
“Una persona che non abbia mai commesso un errore non ha mai cercato di fare qualcosa.”

BUONA VITA 


Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
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 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 
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sabato 20 settembre 2014

COUNSELING E PSICOTERAPIA distinzione fatta.




Rogers  rivoluzionò il concetto di terapia negli anni quaranta. Fece rientrare il counselling e la psicoterapia nello stesso processo : stimolare, in una relazione autentica rispettosa e cordiale, l’auto-cura, prendendo così le distanze da un processo nel quale il  terapeuta o il counsellor erano visti come :  gli esperti, alla maniera dei medici, che prescrivono ricette di guarigione. Ciò aiutò a creare un certo livello di confusione tra psicoterapia e counselling  .

Credo che sia  comunque possibile definire l’ambito della psicoterapia per distinguerlo da quello del counselling in modo da minimizzare le sovrapposizioni, visto che le distinzioni non riguardano dei confini fisici, ma concettuali, che delimitano attività aventi significati diversi ma contenuti simili. 
Ritengo poco funzionale usare la durata degli incontri da alcuni suggerito come criterio di distinzione tra psicoterapia e counselling, perché ci troveremmo in conflitto con le psicoterapie brevi, nelle quali anche incontri di pochissime ore, anche meno di cinque, sono considerate psicoterapia.

Accennerò brevemente ad una metodo di distinzione basata su tre dimensioni:   la dimensione  dentro o fuori della persona (la dimensione interno-esterno), la gravità della difficoltà (non patologico-patologico) e  la dimensione della collocazione psicologica  della difficoltà la sua collocazione nell’uiverso psicologico, conscio o inconscio .

Il terapeuta interviene su disagi che sono complicati dal punto di vista del mondo interiore della persona, mentre il counsellor è nel proprio ambito se interviene su difficoltà che sono complicate a causa della complessità del mondo esterno.  Ad esempio, non è necessariamente un segno di patologia se ci sono difficoltà nel gestire una transizione di vita, come il passaggio dalla condizione di coppia a quella di genitori o a quella di rottura del legame di coppia, oppure sorgono scompensi nel passare dalla situazione di studente universitario a quella di adulto che si inserisce nel mondo del lavoro, o che si riferiscono a situazioni che implicano scelte di carriera, o transizioni da situazioni di normale vita quotidiana a situazioni di lutto o di disastro naturale. In altri termini lo psicoterapeuta ha una quasi esclusiva sui processi soggettivi e oggettivi dentro la persona, mentre il counsellor ha una quasi esclusiva quando si tratta condizioni difficili e nuove esterne alla persona. 

In secondo luogo la psicoterapia riguarda i contenuti in quanto manifestano condizioni patologiche della personalità.  Il disagio presenta carenze che  gravitano  nell’ambito percettivo, di pensiero e di comportamento, e in generale del mondo  soggettivo ed oggettivo da intralciare gravemente l’uso delle ordinarie funzioni di vita.

 Il counselling  affronta situazioni che possono ancora toccare, leggere disfunzioni della personalità, ma la focalizzazione non è sul disagio riferibile a strutture psicologiche che intralciano gravemente le risorse normali di gestione della vita della persona ma sulle competenze di percezione, di pensiero e di azione normalmente funzionanti se adeguatamente contestualizzate e informate.

 In terzo luogo, il cliente può presentare difficoltà che riguardano prevalentemente la sfera conscia del suo agire, per cui ha notevole potere sulle risorse interne soggettive e oggettive. La difficoltà non deriva da processi così fuori dalla coscienza da  impedire un sano controllo sulle proprie risorse cognitive ed affettive. Si tratta, ad esempio, di difficoltà di stile di comunicazione, difficoltà di inquadrare adeguatamente problemi o di contestualizzali in modo funzionale rispetto ai punti costruttivi di arrivo desiderati, e tali difficoltà sono superate con normali interventi chiarificatori.

 L’aiuto che viene chiesto al counsellor riguarda non la carenza di risorse psicologiche, ma la complessità del mondo di inserimento della persona. Ad esempio, si presenta un uomo che si deprime perché ha perso il lavoro e la depressione scompare quando il fattore esterno, il licenziamento, è affrontato in modo risolutivo; la difficoltà non è dovuta ad una peculiare organizzazione psichica: il sintomo, di per sé psicologico, ha le radici in  un fattore contestuale esterno, il licenziamento. Ovviamente se la reazione depressiva fosse così grave da intralciare gravemente la capacità di usare le proprie risorse psicologiche, il counsellor dovrà fare un invio. 

Sulla base della logica presentata è possibile concludere con una distinzione generale tra psicoterapia e counselling :  se si tratta di patologia e impegnativo blocco  dovuto alle condizioni psicologiche della persona, il professionista è chiaramente nell’ambito della psicoterapia; se, invece, l’aspetto dominante riguarda un disagio che deriva dal mondo esterno o è un misto di leggere difficoltà psicologiche e contesti altamente stressanti, allora si è nel territorio che può riguardare più specificamente il counselling, a patto che la fonte del disagio sia prevalentemente nel contesto esterno alla persona.


 Nel counsellin non si mira a nessuna trasformazioni della personalità del cliente,  ma  sono importanti le ridefinizioni e l’uso dei contesti, l’analisi di situazioni esterne e relazionali, l’esplorazione di possibili alternative, la scoperta di modi meno faticosi di risolvere problemi, l’ampliamento di significati nella lettura dei contesti personali e interpersonali, la scoperta di vie d’uscita da oppressioni, sfruttamenti e manipolazioni.



 da un articolo di Pio Scilligo




Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
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TEL.  :  338-8809519 
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 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 

giovedì 4 settembre 2014

Reprimere le emozioni..... fi A.Lowen

I bambini reprimono gran parte delle loro emozioni per adattarsi alle condizioni dell’ambiente familiare.
Cominciano col trattenere le espressioni di paura, rabbia, tristezza e di gioia perché pensano che i loro genitori non siano in grado di confrontarsi con questi sentimenti.
Di conseguenza diventano sottomessi o ribelli; né l’uno né l’altro di questi due atteggiamenti rappresenta una espressione genuina di sentimento.
La ribellione è spesso la copertura di un bisogno, mentre la sottomissione è spesso la negazione della rabbia e della paura.I sentimenti sorgono come impulsi o movimenti spontanei  dal centro vitale dell’individuo.
Per reprimere un sentimento bisogna smorzare e limitare la vitalità e motilità del corpo. Così lo sforzo per reprimere un sentimento diminuisce necessariamente tutto il sentire...I sentimenti sono la vita del corpo così come i  pensieri sono la vita della mente.

A. Lowen  "Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica",  pg. 105


Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
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sabato 21 giugno 2014

Parole Diverse Risultati Diversi ... il Counseling in azione.

Partendo da una ricerca etimologica del termine, vediamo come il sostantivo Counselling,  affondi le sue radici nella lingua latina.

 Il verbo latino “consulo-ere” è traducibile infatti in “consolare”, “confortare”, “venire in aiuto” e si compone della particella “cum”, traducibile in “con”, accompagnata dal verbo “solere”, che sta ad indicare “alzare”, sollevare”, sia come atto che come accezione di “aiuto a sollevarsi”.

 Il termine “Counselling” è simile inoltre ad un altro verbo latino: “consulto-āre”, iterativo di “consultum”, participio passato di “consulo”, con il significato di “consigliarsi”, “deliberare”, “riflettere”. Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano “consultare”, inteso come competenze superiori per necessità contingenti. 
 
Tuttavia la traduzione come “consulenza”, non può essere così spiegata, anche se spesso il vocabolo Counselling viene confuso con un termine inglese simile:  “Counsulting”  -  che determina appunto un’attività di “consulenza” e dove, da una parte, c’è colui che pone il problema e dall’altra, colui che indica cosa è possibile fare dal suo punto di vista tecnico-professionale. 
Un consulente professionista, infatti, indica come potrebbe essere affrontato/risolto il problema. In questo contesto professionale, troviamo da una parte una richiesta di aiuto e dall’altra un consiglio tecnico del professionista, che indica, dopo un’attenta analisi del caso, quale direzione, secondo le sue conoscenze e competenze, è meglio intraprendere, relativamente al problema presentatogli.
 
L’attività di Counselling, pertanto, non può essere in nessun modo ricondotta ad una consulenza, intesa come consiglio tecnico che indica la strada da seguire, ma va considerata come attività socio-psico-formativa-educativa fondata sull’orientamento della persona, verso ciò che più confà alle sue esigenze, al suo caso specifico, attraverso l’attivazione di processi mentali e comportamentali ecologici, sempre liberamente scelti ed eventualmente adottati dalla persona che decide di seguire un “training di counselling”.
 
Il termine “ecologico”, è inteso come principio di equilibrio tra il pensare e l’agire della persona, in relazione all’ambiente in cui vive, al contesto socio culturale ed economico, nonché alla qualità dei rapporti interpersonali che la persona stessa è in grado di instaurare nella sua quotidianità.

Il termine “training” è invece utilizzato per evidenziare come, tale attività di Counselling, esuli da altre attività, in particolare la psicoterapia o psicoanalisi, basandosi su programmi di allenamento psicofisico, all’interno dei quali, il Counsellor (colui che esercita l’attività di Counselling) e il suo assistito (nel caso di singola persona) o suoi assistiti (nel caso di coppie o gruppi di persone), concordano modalità, tempi e strumenti, per la realizzazione e il raggiungimento di un obiettivo prefissato. 
 
La persona assistita dal Counsellor, è posta quindi al centro del lavoro di Counselling e stimolata nella ricerca di elementi significativi all’interno del proprio “modello del mondo”. Tali operazioni di ricerca e scelta all’interno del modello del mondo individuale, devono ristabilire quell’equilibrio psicofisico ed emotivo conforme alle potenzialità del singolo individuo.
 
 
I conflitti interiori, sono le fondamenta del disagio vissuto dalla persona. Di queste contrapposizioni emotive interiori, solitamente, la persona non ne è cosciente, mentre è cosciente generalmente, del disagio che vive nella realtà e di come questo limiti le sue possibilità di scelta, con ripercussioni, quindi, sulla qualità della sua vita, condotta nei diversi ambiti e contesti: sociali, privati, ambientali, economici, spirituali, “intra” e “inter-personali”.
 
È bene quindi precisare che la persona assistita dal professionista Counsellor, non viene guidata, viene bensì orientata nella ricerca, nella sperimentazione, nell’adozione e all’adattamento delle scelte che la stessa sarà in grado di produrre e “consapevolizzare”, favorendone lo sviluppo di processi di pensiero e di azione, tali da indurla a superare e/o trasformare ciò che vive come disagio. 


IL VIDEO CHE SEGUE, IN QUALCHE MODO SINTETIZZA L'ATTIVITA' DI COUNSELLING.

La stessa cosa si può fare in modi differenti, come saranno differenti i risultati ottenuti.





Il Counsellor
Il Counsellor è la figura professionale che, attraverso le proprie conoscenze e competenze, è in grado di favorire la soluzione ad un quesito che crea disagio esistenziale e/o relazionale a un individuo o un gruppo di individui. Il Counsellor, genericamente, può essere definito come il professionista che, in un contesto operativo, è capace di sostenere in modo adeguato la relazione con una persona che manifesta temi personali emotivamente significativi. 

Interviene su persone sane e non è abilitato a cure di nessun tipo. Il Counsellor, si pone piuttosto come azione preventiva e a tutela della salute della persona e, qualsiasi miglioramento, da parte del suo assistito, in relazione al problema esistenziale che quest’ultimo presenta, è da rilegare esclusivamente alla capacità della persona di attivare nuove risorse per la risoluzione dei suoi problemi. 



Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 


venerdì 20 giugno 2014

Cosa fa un Counselor?

Cosa fa un Counselor?

Ancora oggi  capita che mi si chieda : cosa fa un Counselor ?
"Lo scopo di una relazione di Counseling è quello di offrire ai clienti l’opportunità di esplorare
scoprire e rendere chiari i propri schemi di pensiero e di azione,
per crescere nelle competenze di coping e di autodeterminazione,
anche rispetto alla soluzione di alcuni problemi.

Tutto questo per aumentare la  Qualità  della  vita
migliorando  l’uso  delle proprie risorse e soddisfacendo al meglio le proprie esigenze,
i propri bisogni e desideri.

Fondamentalmente il Counseling si occupa della salutogenesi”

(Giusti, Mattachini, Merli, Montanari, 1993).

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 


"La storia del martello" - Paul Watzlawick

"La storia del martello" - Paul Watzlawick

Un uomo vuole appendere un quadro.
Ha il chiodo, ma non il martello.
Il vicino ne ha uno, così decide di andare da lui e di farselo prestare.
A questo punto gli sorge un dubbio: 

E se il mio vicino non me lo vuole prestare? Già ieri mi ha salutato appena. 
Forse aveva fretta, ma forse la fretta era soltanto un pretesto
ed egli ce l'ha con me. 
E perché? Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa. 
Se qualcuno mi chiedesse un utensile, io glielo darei subito. E perché lui no? 
Come si può rifiutare al prossimo un così semplice piacere? 
Gente così rovina l'esistenza agli altri. 
E per giunta si immagina che io abbia bisogno di lui
solo perché possiede un martello. Adesso basta!

E così si precipita di là, suona, il vicino apre, e,
prima ancora che questo abbia il tempo di dirgli "buon giorno",
gli grida: "Si tenga pure il suo martello, villano!"

(Paul Watzlawick, Istruzioni per rendersi infelici)




Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 

mercoledì 11 giugno 2014

LA MIA VITA LO SCELTA IO ?............ Riflessioni su come le convinzioni plasmano il copione della nostra vita

Tutti noi vogliamo procedere nel cammino della nostra vita seguendo strade che ci portano alla realizzazione dei nostri obiettivi strade che devono essere , "per nostra scelta ", frastagliate da indicazione valoriali che ci appartengono e con scelte programmate in piena e libera autonomia. Ma non tutti, per varie ragioni,  ci riescono e soprattutto con totale controllo. Ma  anche questo passo, fra l’altro, non è del tutto sufficiente, infatti  se dovessimo pensare di pianificare una meta e di perseguirla con l’impegno di realizzarla e poterne realmente godere e trarne un beneficio autentico, misurabile ed appagante, ci resterebbe comunque di passare alla parte operativa; compito che può richiedere sforzi vissuti con fatica e scoraggiamento, con una percezione dei costi tale da far desistere, dall'arrivare  all’obiettivo  che ci si è posti in precedenza. Spesso capita che tutto si complica ancor di più soprattutto quando comincia a far capolino un idea non del tutto conscia e cioè :  che si è  potuto procedere  secondo un piano di vita in risposta ad una decisione assunta durante il nostro rapporto con il primo ambiente di accoglimento/nutrimento  ( famiglia ) . 
Certamente questa   teoria ha un peso e si perché   fa sentire l’essere umano impotente, in balia di eventi non controllabili, che in prima risposta ( spesso unica risposta)   non accetta e rigetta . Infatti  quando un paradigma sposta o destabilizza la struttura delle convinzioni interne ( per giunta maturate dopo un lungo periodo di abitudini e di irrigidimento cognitivo ), la persona rigetta tutto ciò che lo obbliga a cambiare e rimettersi in discussione, perché prevale l'autoconservazione di ciò di sicuro posseggo in termini sia materiali che emozionali . La reazione ?  Di solito se qualcosa non la si può gestire, allora dove essere in qualche modo svalutata, affinché non si modifichino  le generali rappresentazioni interne circa l’idea di noi, del mondo, degli altri e della vita.
 Eppure prendere consapevolezza del proprio piano di vita interno, significherebbe lavorare sul piano della tutela di se e della propria salute, si perché se per esempio ci formulassimo, come un mantra,  la domanda: “sto scegliendo io la mia vita?”, ci proteggeremo  dal creare a nostra stessa insaputa circostanze per infliggerci sofferenze (divorzi, guai giudiziari, suicidi ecc.). E' importante sapere che ognuno di noi è nato per dare il massimo di sé, ognuno di noi possiede le doti per essere il suo capolavoro, è vero che il margine di ridecisionalità e risveglio che è offerto a ciascuno è dato dalla reale credenza rispetto alla possibilità del cambiamento, ma è pur vero , anche per la nostra cultura cristiana, che  all’individuo si attribuisce  il diritto, oltre che la possibilità, del riscatto e di un nuovo avvento di se. Naturalmente ciascun soggetto rappresenta un caso a se, con tutta la peculiarità della sua storia, della forza dei condizionamenti e della qualità residua della controforza, in suo possesso,  che ne costituisce la principale ipotesi di rinascita. Vediamo un po’ quali possono essere i condizionamenti che lavorano come delle registrazioni introiettate che, proprio come fossero impulsi (convinzioni ) , si attivano con un certo sconcertante automatismo:

_”Non credo tu ne sia capace”: 
chi ha conservato nel corso del tempo questo comando interno, di base genitoriale, si è impegnato a vivere accomodandosi tutte le volte, o nella maggior parte delle più importanti circostanze, questa registrazione contiene un messaggio di " ricatto affettivo" che  può essere tradotta nella semplice formula “se riuscirai in qualcosa smetterò di amarti”.  L’individuo agisce in tutta ossequiosa risposta a questo “sottofondo emozionale”, scegliendo di fallire o rimandare ad libitum le sue scelte, bloccandosi in una perpetua paralisi di non decisione. Altrimenti, il mondo smetterà di fornirgli attenzioni. Così facendo egli potrà qualificarsi come lo sgabello protesico di una qualche vittima diventata persecutrice.
Questa persona la si può aiutare lavorando  sull’immagine di se come avente valore, meritevole di successi, e soprattutto di crearne e verificarne le occasioni, al fine di rendersi conto di come il pericolo legato alla perdita del riconoscimento sia soltanto una fantasiosa immaginazione.

_ “Insisti, hai voluto la bicicletta, ora pedala!”:
 chi vive sotto l’incombenza perenne di tale comandamento, che si innesca ogni qualvolta ci si trova di fronte al dover prendere decisioni, non sentirà di potersi permettere di fermarsi a riflettere e ponderare ogni mossa. Sceglierà anche a costo di non scegliere, magari accettando un’area di rischio alquanto azzardata, pur di scappare dalla morsa ricattatoria di tale comando che in sostanza lo induce a non arrendersi, a riprovarci, e non con nuovi mezzi, ma come mossa fine a se stessa, autoalimentata dal proprio meccanismo fissatorio.
In questo caso, un intervento di aiuto efficace potrebbe essere modulato nel far acquistare all’individuo la capacità di gestire e programmare il tempo, concedendosi la possibilità ed il permesso interno di costruirsi pause rigenerative e costruttive per le proprie condotte decisionali.

_”Sii giusto, prima il dovere poi il piacere”: 
motivo ineccepibile dal punto di vista educativo, fermo restando che la sua eccessiva rigidità potrebbe generare classi di personalità ritualistiche-ossessive, ingessate nelle proprie sequenze routinarie, così fragili da poter perdere il controllo al più esiguo presentimento di incertezza. Il soggetto è così consegnato in una sensazione perenne di instabilità e colpa per il mancato rispetto di tale principio. L’esistenza viene vincolata alla condizione del rispetto della sequenza dovere-piacere, e così la vita viene percepita dignitosa e decorosa soltanto a patto che venga rispettata tale legge. È un principio ordinatore che viene rinforzato da frasi come: “una brava moglie deve…”, “un buon soldato deve…” ecc.
Il sostegno ad una persona intrappolata in questo ordine di idee ha come fine quello di scindere la gratuità del valore della vita e della persona dal modello concettuale di : dovere e di giustizia ( le cose si fanno per Amore e non per dovere e l'Amore contiene in sé la giustizia ) .

_”Attento che poi…” : 
è la caratteristica che risuona come minaccia di perdita del momento di piacere, a seguito di una qualche fantasiosa ipotesi di caduta rovinosa del proprio lasso di tempo dedicato all’appagamento. Chi vive sotto la cappa di tale fantasmatica intimidazione, non riesce in pratica a dedicarsi e godere dei piaceri della vita, anche quelli meritati, poiché rumina aspettative future o imminenti di circostanze ed eventi in grado di far precipitare il successo nell’insuccesso, la gioia nella disperazione, l’estasi nel compianto. Una sorta di catastrofista di se che inconsapevolmente genera proprio quegli accadimenti accidentali che rinforzano il suo programma scenico interiore.
Un individuo che possiede tale tipo di modello esistenziale ha sicuramente bisogno di un appoggio che lo autodetermini esorcizzando le aspettative negativiste. Penso soprattutto ad un cammino di crescita personale da cui apprendere un sano atteggiamento edonista, sobrio ed equilibrato, riscattatore e non ricattatore del proprio diritto a godere della gratuità del piacere senza paventare rovesciamenti di sorta, soprattutto se estranei alla sua volontà ed alla sua capacità di autogestirsi.

_”Non riuscirai a concludere (e se lo farai non sarà ancora abbastanza)” :
 è il micidiale comando interno di chi, pur centrando l’obiettivo tanto agognato, a fronte di sacrifici e meriti, assapora un retrogusto di insoddisfazione, un senso amaro che comunque ancora c’è qualcosa che non va. È la condanna dell’uomo che non si gode la vittoria, che non sottolinea il guadagno ma sempre la perdita e il disvalore, alla spasmodica ricerca di una irrealistica perfezione che tanto non sarebbe disposto ad avvertire e ad accettare. E se anche la meta fosse raggiunta se ne prospetta subito dopo un’altra, che distrae dal riconoscersi il percorso realizzato, e raggiunta la successiva eccone aprirsi un’altra ancora e così via, come in una spirale di una ingestibile ambizione che mascherata da potere e successo nasconde invece la più friabile delle debolezze.
L’individuo avviluppato da questo comando di irreprensibilità dovrebbe essere aiutato ad imparare ad affrancarsi da un’immagine di se contaminata dal mito della perfezione e dell’impeccabilità; e dovrebbe essere guidato nel percepirsi via via come persona degna e meritevole di considerazione per ciò che è, soprattutto ai suoi stessi occhi, e quindi imparare ad evidenziare anche i meriti e le vittorie, celebrandole e valorizzandole, accontentandosi anche di momenti appaganti del presente.

Tutte queste modalità attraverso le quali sceneggiamo i copioni della nostra vita recitando sul palcoscenico di essa ci fa rendere conto di come sia utile e necessario rivoluzionare alcune nostre strutture interne ( convinzioni ) , per intraprendere un cammino di individuazione in cui la consapevolezza, come la verità, ci renda liberi, responsabili ed autonomi nelle scelte più importanti della nostra esistenza. 
BUONA VITA 

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"