Ieri
mi sono ritrovato in un bel salottino presso ISPPREF (ISTITUTO DI PSICOLOGIA E
PSICOTERAPIA RELAZIONALE E FAMILIARE) DI Napoli Via Manzoni. Eravamo tra
counselor , psichiatri e psicoterapeuti. La conversazione andava avanti
amabilmente su argomenti vari e anche, naturalmente,
riguardanti le professioni di aiuto e si rifletteva proprio sul Counseling che, nell’aiutare le persone ad affrontare una
serie di circostanze e di attività che possono presentarsi nel passaggio da una
fase della propria vita a quella successiva, fornisce un supporto alla persona
per aiutarlo a migliorare le sue capacità e a rendere i suoi comportamenti più funzionali al proprio benessere, all’interno
del sistema (ambiente) in cui è immerso. Ma riuscendo ad andare più in
profondità , in modo che la persona possa palesare, focalizzare,
consapevolizzare i suoi valori le sue convinzioni fino a far emergere alla luce sempre più la sua identità , possiamo
erogare un counseling, come direee…… un Counseling con la “C” maiuscola che non si focalizza solo
su un livello comportamentale aiutando il cliente a sviluppare la
consapevolezza delle proprie risorse , abilità e realizzare o a migliorare una particolare performance, ma
che rivolge una particolare enfasi al cambiamento generativo concentrandosi sul
rafforzamento dell’identità e dei valori generando così una profonda
consapevolezza di Sé tanto da farti affrancare sempre più dai vincoli esterni apportando
più LIBERTÀ di scelta. In questo
processo la LIBERTÀ è un percorso, un traguardo da conquistare giorno per
giorno. A mio avviso questo processo può generare anche una spiritualità laica.
Mi spiego meglio cosa intendo. Sono nato a Napoli e da ragazzo sono cresciuto
in un paese nella provincia a nord di Napoli, per chi è di Napoli conosce bene
queste realtà di periferia pregne di problemi sociali e criminalità organizzata
ma anche di voglia di riscatto, ho ricevuto un’educazione cattolica frequentando
gruppi e associazioni cattoliche, poi nell’arco della mia vita ho frequentato
vari corsi di formazione, da quelli professionali a quelli di crescita
personale che mi hanno portato ad essere esposto a molte prospettive diverse in
merito alla religione e alla spiritualità . Taoismo , buddismo, induismo, il
concetto di “KI” energetico della
medicina tradizionale cinese, tutto
questo, pur senza diventare un esperto e tantomeno professandomi come tale, ha
fatto maturare in me che una delle dimensioni più importanti nella vita di
molte persone è la loro spiritualità e ha portato a formarmi una mia idea di
spiritualità che io chiamo laica. Con spiritualità laica intendo le convinzioni
della persona nei riguardi dell’universo, sto parlando del modo in cui le
persone sentono di prendere parte alla vita dell’universo e, in sostanza, del perché sono qui,
indipendentemente da quale Dio mi ci ha mandato e che aspetto abbia . Si tratta
del modo in cui ciascun essere umano si sente connesso agli altri simili e del modo
in cui questa connessione influenza il modo in cui ciascuno vive. Credo che le
persone facciano un errore nel pensare di essere spirituali ,o quantomeno più
spirituali di altri , in base a quanto tempo occupano nel dedicarsi a riti o
pratiche religiose. Tutti viviamo al mondo, e il mondo è spirituale. Infatti
noi non viviamo nel mondo o sul mondo: noi siamo il mondo. Siamo la stessa roba
di cui è fatto tutto il resto dell’universo. E più ci si isola mentalmente
girando intorno agli stessi piccoli pensieri che ti portano a credere che sia
solo questo o solo quello, c’è solo questo Dio e c’è solo quel Dio, e c’è solo
il patriottismo, ecc. tutte queste cose ti impediscono di stabilire una
connessione con i sistemi che ci circondano, in cui siamo immersi. Oggi le
persone trascorrono talmente tanto tempo in ambienti chiusi rispetto a quanto
abbiano mai fatto prima, che non si rendono conto che noi non siamo “nella”
natura, noi “siamo” natura, le persone hanno bisogno di uscire fuori a guardare
il cielo, invece di pensare al cielo come un posto in cui svolazzano gli aerei
o , visto il bombardamento di notizie nefaste, di missili bellici. Bisogna
ricordarsi che, sin dalla notte dei tempi, le persone hanno guardato in alto
per ammirare le stelle. Più cose impariamo a quanto è immenso l’universo più ci
accorgeremo che siamo artefici e spettatori di uno spettacolo
sbalorditivo,irresistibile. Penso che la religione possa essere sia una cosa
buona, sia una cosa cattiva e che sia una cosa buona quando permette alle persone
di aprirsi , in modo che si sentano parte di uno schema più ampio, cioè della
natura. Quando dico natura, sto facendo un discorso su larga scala. Mi
riferisco all’Universo con la U
maiuscola a Dio.
In inglese, la vocale “U” si pronuncia “iù”,
come il pronome di seconda persona “you” (tu/te/voi). Con “the big ‘U’” si
potrebbe intendere anche, in questo contesto, “il grande te”, “il te più
grande”. A mio parere più le persone entrano in contatto con la propria forza
della natura, più usciranno da schemi di pensiero ristretti e cominceranno a
provare sensazioni più intense nei confronti di ogni cosa. Proveranno un amore
più profondo. Proveranno curiosità al punto tale da fare più cose. Penso che il
Counseling si presta per generare o accelerare questo processo in tempi
abbastanza brevi.
Si perché, quando si viveva in una società rurale si
coltivava il proprio terreno, poi prima di poter mangiare il coltivato si
aspettava che maturassero i frutti, ma oggi le persone vivono una vita più
frenetica e sono indaffarate tutto il giorno, da mattina a sera. Hanno bisogno
di poter cambiare il proprio stato rapidamente e non attraverso anni e anni di
meditazione. Hanno bisogno di riuscirci adesso. Hanno bisogno di ricontattare
se stessi cioè ricontattare la natura che è in loro senza pensare di dover
andare in Tibet per fare meditazione o rituali filosofici/religiosi, hanno
bisogno di ottenerlo oggi. Contattare se stessi la propria natura comprendere
chi si è e quale è il proprio scopo in questa dimensione è un processo di (
ri)scoperta, un avventura, un (ri)trovarsi e così (ri)contattare la nostra
identità in un sistema più ampio in cui siamo immersi e di cui noi siamo parte
integrante.
Come
dice Robert Dilts:
il livello di identità riguarda il
nostro senso di chi siamo. È la percezione che abbiamo della nostra identità ad
organizzare le nostre convinzioni, le nostre capacità e i nostri comportamenti
in un unico sistema. Il nostro senso di identità si collega anche alla
percezione che abbiamo di noi stessi in relazione ai sistemi più grandi di cui
facciamo parte, determinando il senso del nostro “ruolo”, del nostro”scopo” e
della nostra “Mission”. Nel nostro sistema neurologico, la nostra identità può
essere associata all’intero sistema nervoso e probabilmente coinvolge strutture
profonde del cervello come la formazione reticolare. La formazione reticolare è
un vasto gruppo di cellule che si trova nella parte più profonda del tronco
cerebrale. Le fibre di quest’area si proiettano attraverso il nucleo talamico
verso grandi aree di associazione nella corteccia. La formazione reticolare è
un regolatore dello stato di allerta; la sua distruzione a livello del
mesencefalo porta ad uno stato di coma (a differenza di ampie aree della
corteccia, che possono essere distrutte senza perdita di coscienza). L’identità
è anche collegata fisiologicamente al sistema immunitario, al sistema endocrino
e ad altre importanti funzioni vitali. Perciò, il cambiamento o la
trasformazione dell’identità possono avere un effetto enorme e quasi istantaneo
sul fisico. Ricerche mediche su soggetti con disturbo di personalità multipla
(Putnam, 1984) hanno dimostrato che, nel passaggio di un individuo da una
identità all’altra, possono verificarsi dei cambiamenti sorprendenti e degni di
nota. Per esempio alcuni soggetti con disturbo di personalità multipla portano
paia di occhiali diversi,perché la loro visione cambia a seconda dell’identità.
Altri individui soffrono di determinate
allergie in una personalità e non in un'altra. Uno degli esempi più interessanti
di cambiamento fisiologico a seconda delle diverse identità, è quello di una
donna ricoverata in un ospedale per diabetici, che : “… riusciva a confondere i
medici non mostrando sintomi della malattia, quando la personalità non
diabetica era dominante…”(Goleman, 1985). L’esperienza di livello spirituale
ha a che fare con il senso che abbiamo
di essere parte di qualcosa, ad un livello molto profondo, che si trova oltre
noi. È la consapevolezza di quello che Gregory Bateson ha definito “modello che
connette” tutte le cose in un tutto più grande. Noi, come individui, siamo un
sottosistema di questo sistema più grande. La nostra esperienza di questo
livello (identità) è collegata al senso dello scopo e della mission che abbiamo
nella vita e risponde alla domanda : chi ?
Scaturendo , e in questo modo connette ad un livello più alto, i fattori
“spirituali”, delle domande “per chi?” e “per cosa?” si intraprendono
determinate azioni o percorsi (il fine) che ci poniamo. Credo che Bateson si
riferisse a questo livello, quando parlava di apprendimento IV. L’apprendimento
IV comporta un cambiamento rivoluzionario, presuppone il risveglio a qualcosa
di completamente nuovo, unico e foriero di grandi trasformazioni. I processi di
livello spirituale a che fare neurologicamente con una sorta di “campo
relazionale” tra il nostro sistema nervoso e quello delle altre persone, che
forma una sorta più grande sistema nervoso collettivo. I risultati di questo
campo di interazione sono detti di solito “mente” di gruppo, “spirito” di
gruppo o “coscienza” collettiva.
Bateson lo ha descritto così:
La mente dell’individuo è immanente, ma
non soltanto nel corpo. È immanente nei percorsi e nei messaggi fuori dal
corpo; e c’è una Mente più grande, della quale la mente dell’individuo è solo
un sottosistema. Questa mente più grande è paragonabile a Dio ed è forse quello
che le persone intendono per “Dio”, ma è
ancora immanente nel sistema sociale e nell’ecologia planetaria, che sono
strettamente interconnessi tra loro. (Steps to an Ecology of Mind, 1972)
È
questo che intendo per spiritualità laica, e che credo che il Counseling possa
aiutare a generare nella scoperta della propria identità , scopo, e Mission, il
cambiamento di un intero sistema di convinzioni e valori che allineati possono,
passando attraverso Sé stessi, connettersi nel più ampio “sistema dei
sistemi” l’ ”U” maiuscola, DIO.
Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo ,
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.
conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata
TEL. : 338-8809519
“professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013”.
del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"