sabato 30 maggio 2015

Profezie autoavveranti



Ciao a tutti! Oggi tratteremo un tema molto importante: il ciclo del successo (o dell’insuccesso)! Tale ciclo risulta essere un modello, il cui intento è quello di descrivere i passaggi che conducono ad un determinato risultato! Il presente modello è composto essenzialmente da quattro tasselli, interconnessi tra di loro: convinzione/atteggiamento, potenziale, azioni, risultati. Esaminiamo ciascuna di queste aree, e vediamo il modo in cui è interconnessa alle altre.

  1. Atteggiamento/convinzioni:  Ciascuno di noi, nel corso della sua esistenza, elabora una serie di idee relative a se stesso, agli altri e all’ambiente che lo circonda. Possiamo denominare tali idee opinioni, e risultano essere il modo in cui la nostra soggettività giudica noi e l’ambiente circostante. Se a tali opinioni conferiamo una forte carica emotiva, si trasformano in convinzioni/credenze. In questo modo, quelli che erano dei giudizi, si trasformano in dei filtri, con lo scopo di cogliere quegli elementi della realtà che rafforzano le convinzioni stesse. A meno che notiamo che sono filtri e li vediamo in quanto tali: il problema è che spesso portiamo lenti colorate senza neanche accorgercene! Ci nutriamo dunque delle “nostre” stesse convinzioni, e tendiamo a rafforzarle.                                                                            Il nostre è messo tra virgolette dal momento che spesso ricaviamo inconsciamente le convinzioni dall’ambiente circostante, e dunque riempiamo la nostra “mappa del mondo” di tasselli che non sentiamo pienamente nostri. Dalle convinzioni nasce un determinato atteggiamento, nei confronti di un compito a cui assolviamo. Se ad esempio penso “In italiano sono un asso”, o se penso “In italiano sono una schiappa”, il mio atteggiamento nei confronti dell’azione “compiti di italiano” sarà completamente diverso, in quanto influenzato dalle mie credenze. Nel primo caso, potrei comportarmi come il “bomber della grammatica” e avventurarmi tra i compiti . Nel secondo caso sarei invece riluttante alla sola idea di fare i compiti.
  2. Potenziale: Sulla base delle convinzioni che assumiamo, si sprigionano in noi potenziali del tutto diversi. Se siamo orientati a credere nelle nostre capacità, ci sentiremo a nostro agio e saremo pronti ad affrontare la sfida con la reale capacità di superarla e di trarne insegnamento. Se siamo orientati a credere che valiamo poco, le nostre risorse inconsce non emergono e rimaniamo ancorati alla nostra credenza limitante: sviluppiamo delle capacità affini alle nostre credenze.
  3. Azioni: Mediante il potenziale derivante dalle nostre credenze, mettiamo in atto delle specifiche azioni (es. fare i compiti, giocare a calcio, cucinare,  etc. etc.)
  4. Risultato: Dalle azioni intraprese derivano dei risultati, che possono essere affini o meno al nostro intento iniziale.
Che cosa è importante notare in tutto questo? I quattro elementi citati vanno ad interagire tra di loro per creare una spirale di successi o di mancati successi. Uno dei metodi più funzionali corrisponde a quello di intervenire sul proprio senso di identità e sulle proprie credenze. Come dice Stephen Covey, le dinamiche personali ed interpersonali si basano sul principio Inside-Out: per cambiare quello che sta fuori di noi (risultati), dobbiamo prima cambiare quello che sta dentro (credenze). Investire su noi stessi è il più grande investimento che possiamo mettere in atto.

BUONA VITA

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 



Mrs. Thompson.

Ciao ! Vorrei condividere con voi la storia riportata, tratta da un libro scritto da
 Robert Dilts.
Si chiamava Mrs. Thompson. In piedi, davanti alla sua classe del quinto anno il primo giorno di scuola, disse una bugia ai bambini. Come la maggior parte degli insegnanti, guardò gli studenti e disse loro di amarli tutti alla stessa maniera. Ad ogni modo, quanto aveva appena affermato non era possibile, perché in prima fila, tutto scomposto nel banco, era seduto un ragazzetto di nome Teddy Stoddard. Mrs. Thompson aveva osservato Teddy l’anno precedente e aveva notato che non andava d’accordo con gli altri bambini, che i suoi vestiti erano disordinati, sporchi, e che aveva costantemente bisogno di un bagno. Inoltre, Teddy era svogliato e indisciplinato. Il suo comportamento era così esasperante che a volte Mrs. Thompson era tentata di punire il bambino con dei pessimi voti.
In quella scuola era previsto che gli insegnanti rivedessero per ogni alunno le schede relative agli anni precedenti. Mrs. Thompson rimandava di giorno in giorno la lettura di quella di Teddy. Quando finalmente aprì il file, ne fu sorpresa. L’insegnante di Teddy del primo anno aveva scritto:” Teddy è un bambino brillante con la risata pronta. Lavora in maniera precisa e ha buone maniere… è un piacere stare con lui “. L’insegnante del secondo anno:” Teddy è uno studente eccellente, amato dai suoi compagni, ma è tormentato perché sua madre ha una malattia terminale e la vita a casa sua deve essere un inferno “. L’insegnante del terzo anno:” La morte di sua madre è stato un duro colpo per lui. Cerca di fare del suo meglio, ma suo padre non dimostra molto interesse e la sua vita familiare inciderà negativamente su di lui se non si prendono provvedimenti “. L’insegnante del quarto anno:” Teddy è scostante e non mostra grande interesse per la scuola. Non ha molti amici e qualche volta dorme in classe “.
Da quel momento, Mrs. Thompson si rese conto del problema e si vergognò. Si sentì anche peggio quando gli studenti le portarono i regali di Natale, tutti avvolti in bellissimi nastri e carte lucide, eccetto quello di Teddy. Il suo regalo era maldestramente avvolto in una pesante carta marrone che aveva riciclato da una busta della drogheria. Per Mrs. Thompson fu penoso aprirlo insieme agli altri regali. Alcuni bambini cominciarono a ridere quando l’insegnante trovò un braccialetto di cristallo di rocca con alcune pietre mancanti, e una bottiglietta piena di profumo solo per un quarto. I bambini smisero di ridere quando lei esclamò quanto fosse bello il braccialetto, lo indossò e si picchiettò un po’ di profumo sul polso. Teddy Stoddard, quel giorno, rimase un po’ di tempo in più dopo l’orario di lezione solo per dire “Mrs. Thompson, oggi avete il profumo che portava mia mamma”.
Quando i bambini furono andati via, Mrs. Thompson rimase sola a piangere per almeno un’ora. Da quel preciso giorno smise di insegnare come leggere, come scrivere e come far di conto. Cominciò, invece, ad insegnare ai bambini. Mrs. Thompson faceva molta attenzione a teddy. Quando lavorava con lui, la mente del bambino sembrava ravvivarsi. Più lo incoraggiava, più era pronto nelle risposte. Alla fine dell’anno, Teddy era diventato uno dei bambini più brillanti della classe e, sebbene Mrs. Thompson avesse detto all’inizio dell’anno di amare tutti i suoi alunni allo stesso modo, Teddy era diventato uno dei suoi “preferiti”.
Un anno dopo,  Mrs. Thompson trovò un messaggio sotto la porta da parte di Teddy, che diceva che lei era ancora la migliore insegnante che il ragazzo avesse mai avuto in tutta la vita.
Trascorsero sei anni prima che ricevesse un altro messaggio da Teddy. Diceva che aveva finito la scuola superiore, che era il terzo della classe e che ancora la considerava la sua migliore insegnante. Quattro anni dopo, Mrs. Thompson ricevette dal ragazzo un’altra lettera, in cui le raccontava che, sebbene le cose a volte fossero state dure, aveva continuato a studiare, vi si era dedicato anima e corpo e presto si sarebbe laureato al college con la lode. Inoltre, assicurava a Mrs. Thompson che era ancora lei l’insegnante migliore di tutta la sua vita… Passarono altri quattro anni e arrivò un’altra lettera. Stavolta Teddy spiegava che, dopo essersi laureato, aveva deciso di proseguire ancora con gli studi. Nella lettera ribadiva che considerava ancora Mrs. Thompson la sua migliore insegnante. Adesso il suo nome era un po’ più lungo, la lettera era firmata Theodore F. Stoddard, medico.
La storia non finisce qui. Ci fu ancora un’altra lettera quella primavera. Teddy raccontava di aver incontrato una ragazza e di avere intenzione di sposarsi. Spiegava che suo padre era morto un paio di anni prima e si chiedeva se Mrs. Thompson avrebbe acconsentito a sedere, al suo matrimonio, al posto solitamente riservato alla madre dello sposo.
Naturalmente, Mrs. Thompson accettò. In più, indovinate cosa fece? Indossò il braccialetto, quello con le pietre mancanti. Inoltre, si premurò di indossare il profumo che la madre di Teddy aveva indossato l’ultimo Natale che avevano trascorso insieme, come ricordava Teddy.
Si abbracciarono e il Dr. Stoddard sussurrò all’orecchio di Mrs. Thompson: ” Grazie, Mrs. Thompson, per aver creduto in me. Grazie mille per avermi fatto sentire importante e per avermi mostrato che potevo fare la differenza “. Mrs. Thompson, con le lacrime agli occhi, gli sussurrò: ” Teddy, ti sbagli. Sei tu che hai insegnato a me che potevo fare la differenza. Non sapevo insegnare fino a quando non ti ho incontrato “.
BUONA VITA

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 



Spiritualità laica

Ieri mi sono ritrovato in un bel salottino presso ISPPREF (ISTITUTO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA RELAZIONALE E FAMILIARE) DI Napoli Via Manzoni. Eravamo tra counselor , psichiatri e psicoterapeuti. La conversazione andava avanti amabilmente su argomenti  vari e anche, naturalmente, riguardanti le professioni di aiuto e si rifletteva proprio sul Counseling  che, nell’aiutare le persone ad affrontare una serie di circostanze e di attività che possono presentarsi nel passaggio da una fase della propria vita a quella successiva, fornisce un supporto alla persona per aiutarlo a migliorare le sue capacità e a rendere i suoi comportamenti  più funzionali al proprio benessere, all’interno del sistema (ambiente) in cui è immerso. Ma riuscendo ad andare più in profondità , in modo che la persona possa palesare, focalizzare, consapevolizzare i suoi valori le sue convinzioni fino a far emergere alla  luce sempre più la sua identità , possiamo erogare un counseling, come direee…… un Counseling  con la “C” maiuscola che non si focalizza solo su un livello comportamentale aiutando il cliente a sviluppare la consapevolezza delle proprie risorse , abilità e realizzare o  a migliorare una particolare performance, ma che rivolge una particolare enfasi al cambiamento generativo concentrandosi sul rafforzamento dell’identità e dei valori generando così una profonda consapevolezza di Sé tanto da farti affrancare sempre più dai vincoli esterni apportando più LIBERTÀ  di scelta. In questo processo la LIBERTÀ è un percorso, un traguardo da conquistare giorno per giorno. A mio avviso questo processo può generare anche una spiritualità laica. Mi spiego meglio cosa intendo. Sono nato a Napoli e da ragazzo sono cresciuto in un paese nella provincia a nord di Napoli, per chi è di Napoli conosce bene queste realtà di periferia pregne di problemi sociali e criminalità organizzata ma anche di voglia di riscatto, ho ricevuto un’educazione cattolica frequentando gruppi e associazioni cattoliche, poi nell’arco della mia vita ho frequentato vari corsi di formazione, da quelli professionali a quelli di crescita personale che mi hanno portato ad essere esposto a molte prospettive diverse in merito alla religione e alla spiritualità . Taoismo , buddismo, induismo, il concetto di  “KI” energetico della medicina tradizionale cinese,  tutto questo, pur senza diventare un esperto e tantomeno professandomi come tale, ha fatto maturare in me che una delle dimensioni più importanti nella vita di molte persone è la loro spiritualità  e  ha portato a formarmi una mia idea di spiritualità che io chiamo laica. Con spiritualità laica intendo le convinzioni della persona nei riguardi dell’universo, sto parlando del modo in cui le persone sentono di prendere parte alla vita dell’universo  e, in sostanza, del perché sono qui, indipendentemente da quale Dio mi ci ha mandato e che aspetto abbia . Si tratta del modo in cui ciascun essere umano si sente connesso agli altri simili e del modo in cui questa connessione influenza il modo in cui ciascuno vive. Credo che le persone facciano un errore nel pensare di essere spirituali ,o quantomeno più spirituali di altri , in base a quanto tempo occupano nel dedicarsi a riti o pratiche religiose. Tutti viviamo al mondo, e il mondo è spirituale. Infatti noi non viviamo nel mondo o sul mondo: noi siamo il mondo. Siamo la stessa roba di cui è fatto tutto il resto dell’universo. E più ci si isola mentalmente girando intorno agli stessi piccoli pensieri che ti portano a credere che sia solo questo o solo quello, c’è solo questo Dio e c’è solo quel Dio, e c’è solo il patriottismo, ecc. tutte queste cose ti impediscono di stabilire una connessione con i sistemi che ci circondano, in cui siamo immersi. Oggi le persone trascorrono talmente tanto tempo in ambienti chiusi rispetto a quanto abbiano mai fatto prima, che non si rendono conto che noi non siamo “nella” natura, noi “siamo” natura, le persone hanno bisogno di uscire fuori a guardare il cielo, invece di pensare al cielo come un posto in cui svolazzano gli aerei o , visto il bombardamento di notizie nefaste, di missili bellici. Bisogna ricordarsi che, sin dalla notte dei tempi, le persone hanno guardato in alto per ammirare le stelle. Più cose impariamo a quanto è immenso l’universo più ci accorgeremo che siamo artefici e spettatori di uno spettacolo sbalorditivo,irresistibile. Penso che la religione possa essere sia una cosa buona, sia una cosa cattiva e che sia una cosa buona quando permette alle persone di aprirsi , in modo che si sentano parte di uno schema più ampio, cioè della natura. Quando dico natura, sto facendo un discorso su larga scala. Mi riferisco all’Universo con la U  maiuscola a Dio.

In inglese, la vocale “U” si pronuncia “iù”, come il pronome di seconda persona “you” (tu/te/voi). Con “the big ‘U’” si potrebbe intendere anche, in questo contesto, “il grande te”, “il te più grande”. A mio parere più le persone entrano in contatto con la propria forza della natura, più usciranno da schemi di pensiero ristretti e cominceranno a provare sensazioni più intense nei confronti di ogni cosa. Proveranno un amore più profondo. Proveranno curiosità al punto tale da fare più cose. Penso che il Counseling si presta per generare o accelerare questo processo in tempi abbastanza brevi.
Si perché, quando si viveva in una società rurale si coltivava il proprio terreno, poi prima di poter mangiare il coltivato si aspettava che maturassero i frutti, ma oggi le persone vivono una vita più frenetica e sono indaffarate tutto il giorno, da mattina a sera. Hanno bisogno di poter cambiare il proprio stato rapidamente e non attraverso anni e anni di meditazione. Hanno bisogno di riuscirci adesso. Hanno bisogno di ricontattare se stessi cioè ricontattare la natura che è in loro senza pensare di dover andare in Tibet per fare meditazione o rituali filosofici/religiosi, hanno bisogno di ottenerlo oggi. Contattare se stessi la propria natura comprendere chi si è e quale è il proprio scopo in questa dimensione è un processo di ( ri)scoperta, un avventura, un (ri)trovarsi e così (ri)contattare la nostra identità in un sistema più ampio in cui siamo immersi e di cui noi siamo parte integrante.

Come dice Robert Dilts:

il livello di identità riguarda il nostro senso di chi siamo. È la percezione che abbiamo della nostra identità ad organizzare le nostre convinzioni, le nostre capacità e i nostri comportamenti in un unico sistema. Il nostro senso di identità si collega anche alla percezione che abbiamo di noi stessi in relazione ai sistemi più grandi di cui facciamo parte, determinando il senso del nostro “ruolo”, del nostro”scopo” e della nostra “Mission”. Nel nostro sistema neurologico, la nostra identità può essere associata all’intero sistema nervoso e probabilmente coinvolge strutture profonde del cervello come la formazione reticolare. La formazione reticolare è un vasto gruppo di cellule che si trova nella parte più profonda del tronco cerebrale. Le fibre di quest’area si proiettano attraverso il nucleo talamico verso grandi aree di associazione nella corteccia. La formazione reticolare è un regolatore dello stato di allerta; la sua distruzione a livello del mesencefalo porta ad uno stato di coma (a differenza di ampie aree della corteccia, che possono essere distrutte senza perdita di coscienza). L’identità è anche collegata fisiologicamente al sistema immunitario, al sistema endocrino e ad altre importanti funzioni vitali. Perciò, il cambiamento o la trasformazione dell’identità possono avere un effetto enorme e quasi istantaneo sul fisico. Ricerche mediche su soggetti con disturbo di personalità multipla (Putnam, 1984) hanno dimostrato che, nel passaggio di un individuo da una identità all’altra, possono verificarsi dei cambiamenti sorprendenti e degni di nota. Per esempio alcuni soggetti con disturbo di personalità multipla portano paia di occhiali diversi,perché la loro visione cambia a seconda dell’identità.   Altri individui soffrono di determinate allergie in una personalità e non in un'altra. Uno degli esempi più interessanti di cambiamento fisiologico a seconda delle diverse identità, è quello di una donna ricoverata in un ospedale per diabetici, che : “… riusciva a confondere i medici non mostrando sintomi della malattia, quando la personalità non diabetica era dominante…”(Goleman, 1985). L’esperienza di livello spirituale ha  a che fare con il senso che abbiamo di essere parte di qualcosa,  ad  un livello molto profondo, che si trova oltre noi. È la consapevolezza di quello che Gregory Bateson ha definito “modello che connette” tutte le cose in un tutto più grande. Noi, come individui, siamo un sottosistema di questo sistema più grande. La nostra esperienza di questo livello (identità) è collegata al senso dello scopo e della mission che abbiamo nella vita e risponde alla domanda : chi ?  Scaturendo , e in questo modo connette ad un livello più alto, i fattori “spirituali”, delle domande “per chi?” e “per cosa?” si intraprendono determinate azioni o percorsi (il fine) che ci poniamo. Credo che Bateson si riferisse a questo livello, quando parlava di apprendimento IV. L’apprendimento IV comporta un cambiamento rivoluzionario, presuppone il risveglio a qualcosa di completamente nuovo, unico e foriero di grandi trasformazioni. I processi di livello spirituale a che fare neurologicamente con una sorta di “campo relazionale” tra il nostro sistema nervoso e quello delle altre persone, che forma una sorta più grande sistema nervoso collettivo. I risultati di questo campo di interazione sono detti di solito “mente” di gruppo, “spirito” di gruppo o “coscienza” collettiva.

Bateson lo ha descritto così:
La mente dell’individuo è immanente, ma non soltanto nel corpo. È immanente nei percorsi e nei messaggi fuori dal corpo; e c’è una Mente più grande, della quale la mente dell’individuo è solo un sottosistema. Questa mente più grande è paragonabile a Dio ed è forse quello che le persone intendono per “Dio”,  ma è ancora immanente nel sistema sociale e nell’ecologia planetaria, che sono strettamente interconnessi tra loro. (Steps to an Ecology of Mind, 1972)


È questo che intendo per spiritualità laica, e che credo che il Counseling possa aiutare a generare nella scoperta della propria identità , scopo, e Mission, il cambiamento di un intero sistema di convinzioni e valori che allineati possono, passando attraverso Sé stessi, connettersi nel più ampio “sistema dei sistemi”  l’ ”U” maiuscola,  DIO.

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"