martedì 27 maggio 2014

CORPO E MENTE…. LA POSTURA ARMONIOSA

CORPO E MENTE…. LA POSTURA ARMONIOSA
Per poter scegliere di essere liberi

Il filosofo e matematico francese del diciassettesimo secolo René Descartes, determinò le basi per la cultura e la filosofia del dualismo mente e corpo. Egli, pronunciando la frase “Cogito, ergo sum”  (“Penso, dunque sono”), tracciò una netta scissione tra materialismo e spiritualismo, corpo e mente. Per Descartes, la mente era un’entità immateriale responsabile del pensiero razionale, del sentimento, dell’immaginazione, e della volontà. La materia era invece soggetta alle leggi della fisica, ed il corpo, in quanto legato alla sfera materiale, oltre ad essere sottoposto a tali leggi,  era influenzato anche dalla mente umana ma rimaneva comunque un’entità distinta. Nella cultura occidentale la mente ed il corpo sono sempre stati considerati agli antipodi di un dualismo storico.

Nella cultura orientale invece, corpo e mente sono visti come aspetti inseparabili dell’essenza umana, in particolare il concetto di “unicità” delle due entità è proprio della filosofia Buddista: per “unicità” non si intende che corpo e mente siano identici ma che siano “non due” quindi non separati, essi sono, in altri termini, entità distinte di una stessa cosa: la vita. Infatti attraverso il nostro corpo e il movimento che entriamo in contatto con l’ambiente, che riusciamo a relazionarci con gli altri riuscendo ad esprimere le nostre emozioni.

Lo stesso termine emozione (muovere fuori), ne deriva che per poter esprimere un sentimento, un’emozione, dobbiamo compiere un movimento dall’interno del nostro corpo verso il mondo esterno, ma alle volte, per adeguarsi alle richieste implicite o esplicite dell’ambiente, siamo costretti a rinunciare all’espressione di alcuni sentimenti e con essi anche ai rispettivi movimenti, così nasce l’atto bloccato, inespresso che fa da concime per far crescere una struttura corporea congelata, fissata in abitudini posturali spesso impenetrabili da un trattamento puramente psicologico o puramente fisico. Ci cono contrazioni antiche, oppure indotte da particolari posture o da esperienze traumatiche o cronicizzate, che sembrano addirittura opporsi alla parola, alla consapevolezza mentale, quasi a ribadire una richiesta di qualcosa d’altro: la dimensione corporea e quella mentale si rispecchiano e risuonano costantemente l’una nell’altra anche quando sembra proprio il contrario.

Il nostro corpo è l’indispensabile veicolo attraverso il quale viviamo e grazie ad esso camminiamo,    respiriamo, ridiamo e proviamo piacere…grazie al nostro corpo esistiamo. Il nostro compito è averne cura, amarlo e ascoltarlo per essere in profondo contatto con noi stessi.

Invece a causa di questa scissione il nostro organismo si trova spesso a dover gestire messaggi contrastanti provenienti dal corpo e dalla mente: l’inconciliabilità di tali entità, dovuta alla nostra cultura, è spesso origine e causa di numerosi conflitti interni che talvolta danno origine a sintomi somatici altre volte a disagi o disturbi psichici, emotivi o comportamentali.

Praticamente Il nostro corpo è il frutto di svariati fattori: ereditari, cinetici (movimento ed attività fisica), emotivi, alimentari ed ambientali, in altri termini ciò che facciamo, come lo facciamo e con quale vissuto emotivo, le nostre scelte psicologiche, il nostro stile di vita e l’immagine che abbiamo di noi stessi plasmano dinamicamente i tessuti e la struttura del nostro corpo. Allo stesso modo una determinata abitudine posturale o uno stato mio-tensivo cronico possono determinare l’instaurarsi di una comportamento psico-emotivo e/o di una risposta psicologica specifica che cristallizzandosi rinforzeranno quello specifico schema dando luogo ad un circolo vizioso che si autoalimenta. Insomma l’organismo è un sistema olistico (olos dal greco “tutto intero”) che dinamicamente incontra  il mondo coinvolgendo ogni entità: la mente, il corpo, le emozioni, le sensazioni fisiche co-partecipano inevitabilmente a costruire l’esperienza stessa ed il suo universo di senso, esso non è una macchina composta da diverse componenti funzionali indipendenti.

 Per K. Dychtwald  lo psicosoma  “è il prodotto continuamente rigenerato di una vita di incontri emotivi, di attività psicologiche e di preferenze psicosomatiche”: il modo in cui l’organismo incontra l’esperienza ed il vissuto emotivo plasma non solo la mente ma anche il tessuto e la struttura corporea. Da quando detto finora possiamo dire che è assodato quanto il corpo venga influenzato dalla nostra mente a dai nostri pensieri che spesso si traducono in atteggiamenti posturali sbagliati.

La postura corretta prevede una condizione di simmetria del corpo sia statica che dinamica, corrispondente alla situazione ideale che permette il benessere. Lo squilibrio del sistema posturale provoca delle sollecitazioni anormali sulle strutture anatomiche con conseguente patologia dolorosa, infiammatoria, degenerativa. Uno squilibrio posturale inoltre provoca con il trascorrere del tempo nella persona un comportamento ansioso a volte depressivo, in quanto la struttura del corpo si avvia lentamente ad un atteggiamento di chiusura sia fisica che mentale. Lo squilibrio del sistema posturale è estremamente frequente; inizialmente è asintomatico, e può essere dovuto ad una vastissima serie di cause, a volte riconducibili a posizioni scorrette mantenute nel corso del tempo, degli anni.
Una postura sbagliata farà lavorare male le nostre articolazioni, a causa di un errata distribuzione dei pesi, creando cosi le premesse per il dolore. Oggi sappiamo con certezza che una postura disarmonica può essere correlata ad una ampia gamma di disturbi di varia gravità: dal mal di schiena, alla cefalea, a dolori articolari e muscolari e non per ultimo a formulazione di pensieri ansiogeni. Alcuni anni fa la relazione tra mente e corpo era vista con grande scetticismo dalla medicina ufficiale.
 
Ultimamente, grazie a studi basati soprattutto sull'integrazione delle conoscenze di differenti specialità mediche (pnei), si è dimostrato come le due entità, mente e corpo, siano in continua e stretta interazione tra loro. La mente influenza il corpo, ma è vero anche il percorso inverso e tutto questo in virtù di complessi meccanismi ormonali e nervosi. Una recente chiave di lettura è data dalle conoscenze più approfondite del sistema nervoso neurovegetativo.

Possiamo quindi dire che uno stato emotivo, un pensiero, sono in grado di influenzare la postura del nostro corpo, ma anche che allo stesso modo, la postura del nostro corpo influenza pensieri ed emozioni. "La postura è l'emozione che prende forma nello spazio". L’essere umano infatti è un’unità inscindibile ed ogni sua parte fisica, morale ed intellettuale si integra in un sistema di collaborazione perfetta.
In questa certezza, viene naturale capire che schemi mentali e schemi motori possono interagire, se gli obiettivi sono: creare pace, migliorare il proprio stato psico-fisico, cambiare un vecchio schema di convinzione psicologica, o cattive abitudini, o demotivazione.

A questi obiettivi possiamo arrivarci anche tramite il movimento fisico, unito alla presa di coscienza della situazione. Corpo, cervello ed emozioni lavorano in continua sintonia e sinergia, sia strutturale che chimica. Non dimentichiamo mai che il nostro cervello è il massimo contenitore di ciò che proviamo e sentiamo. La migliore conservazione del nostro organismo avviene se la nostra mente lavora in sinergia con le nostre emozioni e sensazioni. Il nostro cervello continuamente riceve informazioni dall’esterno e accresce le stesse all’interno delle sue funzioni.

Rimanere in ascolto di se stessi è perciò fondamentale per potersi aiutare.  Il corpo è un meraviglioso strumento di azione e comunicazione, integrato in tutte le sue funzioni, azionato dall’intelligenza e della volontà di ogni persona. La connessione corpo-mente-emozioni, è il modo in cui il nostro corpo si dispone nell’ambiente circostante in base ai sentimenti, alle situazioni, in pratica la postura è espressione dell ’Io, non si può lavorare sulla postura senza prendere in esame anche gli aspetti emozionali espressivi.

 Questa capacità espressiva si chiama postura. La nostra postura ci dice molto del nostro stato interiore, della nostra salute.
Muovere correttamente e armonicamente il nostro corpo può diventare una tecnica motivazionale. Può diventare una metafora del percorso di Vita: Sportivo, Lavorativo, Emozionale. Può risultare un sistema di sfogo delle tensioni, di ricarica delle Energie.
Il movimento corretto è vita, è educazione, è prevenzione, è intelligenza.

Esistono molti approcci di diversa natura che hanno in comune la concezione dell’uomo come un’unità mente corpo dove queste due entità, seppur separate, dialogano e interagiscono profondamente.
L’obiettivo di tutti questi approcci (corporei, di massaggio e manipolazione o psicoterapeutici) è quello di creare un ponte tra psiche e soma, un’integrazione consapevole di due entità che, con o senza la nostra volontà, si influenzano e dialogano continuamente tra di loro.

§        La Bioenergetica è un approccio psicoterapeutico che, partendo dall’analisi del corpo, delle tensioni e blocchi energetici strutturati nel soma di una persona, risale alle emozione ed ai sentimenti che sono contenuti ed intrappolati nel corpo stesso. La produzione di energia attraverso la respirazione, il metabolismo e la scarica dell’energia stessa attraverso il movimento sono le funzioni basilari della vita. La teoria e la pratica Bioenergetica trovano le proprie origini nel pensiero di Wilheim Reich. L’Analisi Bioenergetica venne poi concepita e sviluppata verso la fine degli anni cinquanta da due allievi di Reich: Alexander Lowen e John Pierrakos.

§        Ruella Frank ha sviluppato un approccio somatico ed evolutivo alla psicoterapia. Osservando in terapia gli schemi di movimento dei propri pazienti comprende come essi organizzano la loro esistenza. Gli schemi evolutivi di movimento, che ogni bambino attraversa durante il suo sviluppo, riflettono l’unicità della sua relazione con il caregiver, in altri termini “gli schemi non sono del bambino, e nemmeno dell’ambiente, bensì del campo di relazione” “un’osservazione ravvicinata dei movimenti dei bambini ci offre un terreno critico per comprendere gli adulti che diventeranno” ( Frank R., 2005) e, simmetricamente, l’osservazione degli adulti nella loro postura e nei movimenti permette di individuare specifiche esperienze corporee da proporre al paziente allo scopo di aprire una finestra di consapevolezza ad uno sfondo inesplorato.
Ma esistono anche altri approcci e tecniche psicosomatiche (seppur non psicoterapeutiche) che mirano all’integrazione tra psiche e soma.

§       Il Rolfing (integrazione psicofisica) ad esempio è una tecnica di massaggio e manipolazione muscolare ideato da Ida Rolf allo scopo di ripristinare lo stato di allineamento e vitalità del corpo e di ritrovare la flessibilità fisica ed emotiva di cui è capace un corpo privo di restrizioni.

§    Allo stesso modo Moshe  Feldenkrais, attraverso il metodo da lui ideato (metodo Feldenkrais o integrazione funzionale) agisce sulla postura dell’individuo allo scopo di raggiungere una modalità di azione e comportamento non più inconsapevole e dettata dall’abitudine ma adeguata alla situazione del momento. Per lui ogni aspetto della vita umana, dipende dalla postura, dall’equilibrio del corpo e dal radicamento dei piedi a terra: essi sono la chiave per raggiungere il pieno sviluppo delle proprie facoltà fisiche, intellettuali ed affettive.

§       L’Approccio Trager® è una disciplina di educazione al movimento che punta all’integrazione della mente e del corpo. Grazie a movimenti leggeri e per nulla invasivi, l’Approccio Trager aiuta a sciogliere tensioni fisiche e mentali, portando una sensazione di rilassamento e di profondo benessere e incrementando la mobilità del corpo. Con l’Approccio Trager si impara a essere consapevoli del proprio corpo e del proprio modo di muoversi.


Numerose scoperte scientifiche sostengono con sempre più evidenza lo stretto nesso e la reciproca interazione tra la mente ed il corpo di un individuo.
Ad esempio alcuni studi hanno stabilito l’esistenza di alcune cellule dette “natural killer” (NK) le quali hanno un ruolo importante nel combattere malattie come le infezioni virali ed il cancro: esse agiscono  uccidendo le cellule malate o infette. E’ facile intuire quindi come un’alta concentrazione di cellule NK nel corpo, sia in grado di difenderci da tali malattie.

 Recenti studi hanno dimostrato come l’umore e il temperamento di una persona siano in grado di influenzare la quantità di tali cellule nel corpo. Sulla base di tale evidenza  sono infatti state create delle equipe ospedaliere e delle specifiche terapie della risata che mirano proprio a combattere malattie, infezioni e virus attraverso l’induzione di un umore piacevole ed allegro.
Per fare un altro esempio di come scientificamente sia stata provata la stretta relazione tra soma e psiche basta citare le ricerche fatte da Gardner e Patton su bambini affetti da “nanismo da privazione”. L’evidenza di come deprivazione ambientale e turbe emotive possano influenzare il sistema endocrino e quindi inibire la crescita infantile è stato ampiamente dimostrato: la semplice stimolazione della pelle ha un ruolo cruciale nel determinare la funzionalità dell’ipofisi che è deputata alla produzione dell’ormone della crescita (la somatotropina).

La stimolazione tattile è quindi in grado di produrre evidenti risposte emotive che raggiungono il sistema nervoso centrale ed influenzano l’attività di vari sistemi tra i quali anche quello neuroendocrino di cui fa parte l’ipofisi le cui secrezioni ormonali (tra cui la somatotropina) stimolano i fibroblasti nella produzione di tessuto connettivo. Quest’ultimo può essere definito un cristallo fluido presente in ogni parte del nostro corpo sottoforma di guaine e membrane di protezione di organi, muscoli, ossa, vasi, cellule: non esiste altro tessuto nel corpo umano cosi onnipresente. Esso salda e connette ogni cellula ai tessuti, i tessuti agli organi, gli organi agli apparati nonché i muscoli alle ossa, queste alle articolazioni, avvolge nervi e vasi, in altri termini fodera il corpo nel suo insieme. Il tessuto connettivo ha proprietà e caratteristiche diverse a seconda dell’area che avvolge e connette: è così fortemente adattabile e duttile che, a seconda delle proporzioni dei suoi elementi costitutivi può assumere una consistenza acquosa o, al contrario, estremamente dura e robusta o ancora flessibile ed elastica. E’ quindi evidente come un approccio che lavori anche sulla pelle, sul tessuto connettivo, sulla consapevolezza corporea abbia inevitabilmente degli effetti importanti anche per la sanità dei nostri organi interni, dei nostri processi neuro-chimici favorendo un equilibrio psicologico, emotivo e corporeo che vanno oltre al semplice rilassamento.

Anche lo stress fisico e psichico provoca un’insieme di reazioni dell’organismo che coinvolgono sia il corpo che le emozioni, l’umore, la mente. Fattori di stress psicologico sono infatti in grado di aumentare i livelli di cortisone dell’organismo in quanto le funzioni di allarme stimolano le ghiandole surrenali. Il giusto equilibrio dell’asse Ipofisi-Surrene ha un ruolo importante nella regolazione delle secrezioni ormonali. Il cortisone ha un effetto esattamente opposto alla somatotropina (ormone della crescita) sul tessuto connettivo: esso tende a ridurre la quantità e le dimensioni dei fibroblasti, principali produttori di tessuto connettivo. Anche in questo caso appare evidente come lo stress fisico e psicologico sia in grado di plasmare e influenzare la funzionalità endocrina, fisica e strutturale del nostro organismo.

Alla luce di questo è evidente come un percorso di crescita ed evoluzione personale  integrata che tenga conto anche del profondo nesso esistente tra corpo è mente, sia in grado di cogliere il senso e l’intenzionalità dei sintomi in un’ottica “unitaria”. Un programma di interventi che coinvolga il corpo attraverso un’integrazione psicofisica, specifici esercizi di riattivazione e mobilitazione dell’energia vitale o tecniche di massaggio e manipolazione sarà in grado di favorire molto più di una semplice sensazione di rilassamento.

Prima di concludere questo articolo desidero citare le parole di Lowen (1979): “Il tempo e l’energia che investite nel vostro corpo è il migliore investimento che possiate fare. Rende in salute, in piacere. E salute e piacere valgono più del denaro o potere. State in realtà investendo in voi stessi perché voi siete il vostro corpo, o se volete, il vostro corpo è voi”.

Non esiste un modo giusto di stare al mondo come non esistono una postura o un atteggiamento fisico e mentale ideale. Ciò che può rendere migliore la nostra esistenza è la consapevolezza dei nostri movimenti, ritmi, e delle nostre funzioni psicosomatiche così come la consapevolezza delle nostre emozioni, sensazioni e dei processi mentali. Questo ci permette di poter sentire che possiamo scegliere, che non siamo prigionieri di schemi, sintomi o atteggiamenti cristallizzati e divenuti ormai abituali. Poter scegliere ci rende liberi e aperti nell’incontrare l’esperienza e la novità.

Su queste basi si fonda  il mio intervento, individuale, di Counseling sistemico, integrato all’Armonizzazione Posturale funzionale (funzionalismo moderno) e una serie di esercizi specifici specifici ideati in base alla conoscenza dei meccanismi funzionali delle cortecce associative e del circuito limbico.
Gli interventi di  gruppo, invece, attraverso gli stessi modelli suddetti, ed altri saranno immersi nell’ E-MOTION il movimento emozionale che libera e armonizza il corpo .

BUONA VITA A VOI TUTTI


Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 



lunedì 26 maggio 2014

Bruxismo e serramento, cosa sono?


Le parafunzioni, distinte in bruxismo e serramento, sono l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti. Questa attività si può manifestare durante il giorno, nei momenti di maggiore concentrazione o stress, o durante il sonno, anche inconsapevolmente. In ogni caso le parafunzioni tendono a peggiorare nei periodi di maggiore tensione emotiva.
Sono attività dette “parafunzionali” perché non rientrano nella “funzione” propria della bocca, come il parlare o il masticare e assomigliano di più ad altre abitudini viziate come mangiarsi le unghie, mordersi le labbra, morsicare penne o matite.
Manifestandosi in maniera inconscia le persone affette possono subire danni notevoli senza rendersene conto. Le strutture primariamente coinvolte sono: i denti, il tessuto di supporto dei denti (l’osso dei mascellari e le gengive), i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari. Le parafunzioni possono interessare gli altri muscoli della testa e del collo, provocando mal di testa e problemi cervicali, ma anche alterazioni della postura e mal di schiena.
Digrignare, cioè far strusciare e sfregare i denti gli uni contro gli altri, ne comporta una notevole usura. I denti col tempo si consumano. Se invece prevale il serramento, cioè l’atto di stringere forte i denti tra loro, l’usura è minore, però si possono formare rime di frattura di smalto e dentina. Possono determinarsi abrasioni al colletto dei denti, recessioni gengivali, tasche parodontali. Si può arrivare a vere e proprie fratture dei denti, o al precoce cedimento di otturazioni, protesi, corone o ponti.
Non c’è da preoccuparsi invece quando il bruxismo interessa i bambini che stanno cambiando i denti: in questo caso l’atto di digrignare i denti è considerato fisiologico perchè permette di adattare la posizione dei denti a una bocca che sta crescendo. Solo nel caso in cui si protragga oltre gli 8-9 anni è consigliabile una visita odontoiatrica perché la parafunzione potrebbe essere un segnale di problemi ortodontici.
Che conseguenze hanno le parafunzioni?
Il bruxismo e il serramento portano ad un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria della testa e del collo, non concedendole tempo per rilassarsi. Quando una persona ne soffre i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte e si affaticano, accumulano acido lattico e diventano dolenti. Questo affaticamento comporta dolori cervicali, mal di testa, senso di pesantezza o mancato riposo al risveglio.
Le forze che si sviluppano negli episodi di bruxismo si scaricano anche sulle articolazioni temporomandibolari (ATM), che si possono infiammare e divenire dolenti. in molti alcuni casi questo processo può essere responsabile di vertigini .  Le articolazioni possono andare incontro a dislocazioni del disco articolare, provocando schiocchi articolari e deviazioni o limitazioni nell’apertura della bocca. Questo rischio aumenta se è presente una malocclusione, che può a sua volta sollecitare in modo eccessivo le articolazioni e i muscoli masticatori.
Cause
Le cause delle parafunzioni possono essere locali e generali. Le prime sono rappresentate dalle cosiddette interferenze occlusali, cioè contatti eccessivi e localizzati su alcuni denti che l’organismo avverte come fastidiosi e che provocano vere e proprie contratture muscolari. D’altronde, la maggior parte delle persone ha queste interferenze senza necessariamente andare incontro a bruxismo o serramento, mentre altre con un’occlusione apparentemente perfetta ne soffrono. Negli anni si è compreso che la causa delle parafunzioni non può essere ricercata solo a livello della bocca e dei denti e che occorre focalizzare l’attenzione su fattori di ordine generale. Attualmente sono sempre più numerosi gli studi che considerano le parafunzioni fenomeni somato-emozionali legati principalmente allo stress e alle difficoltà di gestione delle proprie emozioni. Per questo motivo è utile integrare l’intervento ortodontico con il Counseling , in modo da evitare che i conflitti interni di natura emozionale, manifestandosi con le parafunzioni, esplodano nel sintomo.
Trattamento.
Per il trattamento del bruxismo notturno è possibile utilizzare un bite, cioè un dispositivo rimovibile in resina (alcuni utilizzano altri nomi: placca, placca di svincolo, ortottico, ecc.), che si inserisce sui denti inferiori o superiori e permette di ridurre gli effetti del bruxismo.
Innanzitutto evita sia l’usura che i danni ai denti, impedendone il contatto diretto e permettendo solo il contatto tra i denti e il bite di resina. Il bite è meno duro dei denti, quindi con il tempo si consumerà, ma i denti non si consumeranno. Allo stesso modo riduce le sollecitazioni sui tessuti di sostegno dei denti.
Con il bite si può anche modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari. Distribuendo i contatti dei denti con il bite si può anche ridurre la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare i denti, diminuendo di conseguenza i danni che queste attività possono causare alle strutture della bocca e favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori. I sintomi più eclatanti come il mal di testa, i dolori cervicali e articolari, tendono progressivamente ad attenuarsi e a volte scompaiono.
Spesso però il solo utilizzo del bite non è sufficiente e i risultati ottenuti non sono stabili. Il bite infatti non modifica l’occlusione del paziente, per cui la sua azione si esplica durante le ore in cui viene utilizzato, in genere solo di notte, ma le parafunzioni possono manifestarsi anche durante il giorno. Occorre comprendere che sia il bruxismo che il serramento sono fenomeni di origine Somato-Emozionali e che sia il bite che i farmaci non intervengono sulle cause del problema. La chiave per rendere stabili i risultati è apprendere il controllo delle parafunzioni. E’ necessario intervenire sugli aspetti emotivi e mentali che sono alla base del sintomo. E’ necessario un intervento di Counseling in sinergia con quello ortodontico. Se ad esempio la tendenza a stringere, serrare e digrignare i denti si presenta in momenti ben precisi (ad esempio durante un lavoro stressante o durante la guida), è indispensabile riuscire a identificare questi momenti.
Comprendere la propria struttura caratteriale e conoscere le proprie modalità di funzionamento emotivo è utile per imparare a gestire lo stress quotidiano e ridurre gli episodi di bruxismo. Imparare ad utilizzare alcune tecniche di rilassamento,  esercizi di Bioenergetica, il Rilassamento Muscolare Progressivo, può aiutare notevolmente a ridurre lo stress e le numerose, spiacevoli conseguenze delle parafunzioni.
Il trattamento integrato delle parafunzioni associa al lavoro odontoiatrico del bite, un ciclo di colloqui e l’apprendimento di tecniche di rilassamento, consentendo al paziente di individuare le problematiche emotive alla base del disturbo e di acquisire modalità più funzionali di gestione e di risoluzione delle stesse. E’ dunque utile per ridurre i fenomeni parafunzionali e restituire progressivamente al paziente una condizione di piena salute e di libertà dal sintomo.
Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 


mercoledì 21 maggio 2014

Non confondiamo la Consapevolezza con l' attenzione.


A volte confondiamo la consapevolezza con l’attenzione.La consapevolezza è il flusso di ciò che percepiamo attraverso i sensi e include le emozioni e i processi di pensiero. Per sua natura è continua ed espansiva e per questa ragione la nostra consapevolezza è parziale.
Scegliamo – consapevolmente e inconsapevolmente – di percepire una frazione di ciò che è presente, escludendo molte altre possibilità. Questa scelta è un atto di attenzione. Se la consapevolezza è come lo spazio, l’attenzione è come un punto nello spazio.
Spesso, durante la pratica, si accompagna l’attenzione con delle indicazioni per sostenere la messa a fuoco. Ma lo scopo della pratica è la progressiva apertura della capacità di essere consapevoli. E questo ci fa dimorare in uno spazio via via sempre più ampio. Lo spazio della consapevolezza.


Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 




sabato 17 maggio 2014

OPPORTUNITA'

Il Counseling ha l’obiettivo di agevolarti nell’utilizzare al meglio le tue

risorse personali e migliorare la q
ualità della vita.A
iutandoti a prendere

la mira per sviluppare le tue capacità progettuali .





Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013" 

lunedì 12 maggio 2014

HAPPY BIRTHDAY

Ti sei mai chiesto cosa vuol dire nascere?
Io distinguo la nascita in due momenti. Il primo momento è quello della tua nascita biologica, ovvero la conclusione di un processo di gestazione durato 9 mesi, che si è concluso al momento in cui sei venuto al mondo.
E’ già un fatto straordinario se ci pensi, perché in termini di probabilità solo uno spermatozoo, tra miliardi di altri, può fecondare un ovulo. E anche dopo questo momento miracoloso le possibilità che questo processo si potesse interrompere per qualunque tipo di accidente erano molto elevate.
Quindi il fatto che tu sia qui a leggere questa nota è di per sé un miracolo.
La seconda nascita avviene molto tempo dopo quando, dopo un secondo processo di gestazione che a volte dura per tutta la vita, tu realizzi pienamente le tue potenzialità e riesci a far vedere agli altri chi sei veramente e fare udire la tua voce, superando tutti gli ostacoli e i condizionamenti che possono impedirlo. 

Questa seconda nascita non può contare sugli automatismi della nascita biologica, ma richiede la tua partecipazione attiva e consapevole e soprattutto una decisione profonda nel superare la paura di essere finalmente te stesso e rimuovere tutto ciò che si frappone al tuo progetto di vita, costi quel che costi. Sia io che te sappiamo purtroppo che, per come vanno le cose in questo mondo, capita sempre più spesso che le persone scelgano semplicemente di non prendere alcuna decisione rispetto alla propria vita e preferiscano non tentare neppure di nascere pienamente, barattando la propria identità e il proprio talento con un po’ di accettazione e sopravvivenza.

Il fatto che tu stia leggendo questa nota mi fa credere che tu non sia tra questi rinunciatari e che in te esista una sincera domanda di conoscenza e un desiderio di crescere e andare oltre i tuoi limiti attuali. Ormai avrai capito allora che, perché questo accada, occorre non solo superare moltissimi ostacoli esterni ma soprattutto quelli di natura interiore, di cui non è facile rendersi conto, ma che giocano un ruolo determinante nell’impedirti di realizzare ciò che sei.

 Sono i pregiudizi e le convinzioni negative che hai inevitabilmente accumulato su di te e sulla realtà, poco importa se sono stati altri a trasmetterteli o li hai creati autonomamente. Queste situazioni bloccanti e queste convinzioni negative inconsce, spesso finiscono per manifestarsi attraverso sintomi fisici o psicologici, attraverso forme di frustrazione o anche solo attraverso un’ insoddisfazione permanente nell’impossibilità di vedere riconosciuta la propria identità, il proprio valore e il proprio talento. 
Quello che devi chiederti dunque è in che modo tu possa individuare dove sta il vero problema e da quel momento la strada verso una nascita completa diventa visibile e facile da intraprendere per chiunque. Se vuoi quindi iniziare a sbloccare le tue resistenze e rimuovere questi condizionamenti sai bene che io sono qui per aiutarti su questo percorso e sono pronto ad ascoltare cosa blocca ancora la tua vita, sia che questo blocco si esprima nel non permetterti di avere una vita affettiva soddisfacente o nell’impedirti di creare relazioni stabili e appaganti, nel non crescere professionalmente, così come nel rinviare sogni e progetti che ti renderebbero felice. Le strade per realizzare se stessi sono molte e sono certo che tu non vorrai rassegnarti a sopravvivere, sapendo di poter vivere pienamente. Se vuoi iniziare una conversazione con me sulle tue difficoltà e le tue necessità di crescita devi solo decidere di farlo e scrivermi o chiamarmi .  Sarò felice di proporti strumenti e strategie per accompagnarti nella ricerca della tua verità. 

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"