sabato 30 maggio 2015

Spiritualità laica

Ieri mi sono ritrovato in un bel salottino presso ISPPREF (ISTITUTO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA RELAZIONALE E FAMILIARE) DI Napoli Via Manzoni. Eravamo tra counselor , psichiatri e psicoterapeuti. La conversazione andava avanti amabilmente su argomenti  vari e anche, naturalmente, riguardanti le professioni di aiuto e si rifletteva proprio sul Counseling  che, nell’aiutare le persone ad affrontare una serie di circostanze e di attività che possono presentarsi nel passaggio da una fase della propria vita a quella successiva, fornisce un supporto alla persona per aiutarlo a migliorare le sue capacità e a rendere i suoi comportamenti  più funzionali al proprio benessere, all’interno del sistema (ambiente) in cui è immerso. Ma riuscendo ad andare più in profondità , in modo che la persona possa palesare, focalizzare, consapevolizzare i suoi valori le sue convinzioni fino a far emergere alla  luce sempre più la sua identità , possiamo erogare un counseling, come direee…… un Counseling  con la “C” maiuscola che non si focalizza solo su un livello comportamentale aiutando il cliente a sviluppare la consapevolezza delle proprie risorse , abilità e realizzare o  a migliorare una particolare performance, ma che rivolge una particolare enfasi al cambiamento generativo concentrandosi sul rafforzamento dell’identità e dei valori generando così una profonda consapevolezza di Sé tanto da farti affrancare sempre più dai vincoli esterni apportando più LIBERTÀ  di scelta. In questo processo la LIBERTÀ è un percorso, un traguardo da conquistare giorno per giorno. A mio avviso questo processo può generare anche una spiritualità laica. Mi spiego meglio cosa intendo. Sono nato a Napoli e da ragazzo sono cresciuto in un paese nella provincia a nord di Napoli, per chi è di Napoli conosce bene queste realtà di periferia pregne di problemi sociali e criminalità organizzata ma anche di voglia di riscatto, ho ricevuto un’educazione cattolica frequentando gruppi e associazioni cattoliche, poi nell’arco della mia vita ho frequentato vari corsi di formazione, da quelli professionali a quelli di crescita personale che mi hanno portato ad essere esposto a molte prospettive diverse in merito alla religione e alla spiritualità . Taoismo , buddismo, induismo, il concetto di  “KI” energetico della medicina tradizionale cinese,  tutto questo, pur senza diventare un esperto e tantomeno professandomi come tale, ha fatto maturare in me che una delle dimensioni più importanti nella vita di molte persone è la loro spiritualità  e  ha portato a formarmi una mia idea di spiritualità che io chiamo laica. Con spiritualità laica intendo le convinzioni della persona nei riguardi dell’universo, sto parlando del modo in cui le persone sentono di prendere parte alla vita dell’universo  e, in sostanza, del perché sono qui, indipendentemente da quale Dio mi ci ha mandato e che aspetto abbia . Si tratta del modo in cui ciascun essere umano si sente connesso agli altri simili e del modo in cui questa connessione influenza il modo in cui ciascuno vive. Credo che le persone facciano un errore nel pensare di essere spirituali ,o quantomeno più spirituali di altri , in base a quanto tempo occupano nel dedicarsi a riti o pratiche religiose. Tutti viviamo al mondo, e il mondo è spirituale. Infatti noi non viviamo nel mondo o sul mondo: noi siamo il mondo. Siamo la stessa roba di cui è fatto tutto il resto dell’universo. E più ci si isola mentalmente girando intorno agli stessi piccoli pensieri che ti portano a credere che sia solo questo o solo quello, c’è solo questo Dio e c’è solo quel Dio, e c’è solo il patriottismo, ecc. tutte queste cose ti impediscono di stabilire una connessione con i sistemi che ci circondano, in cui siamo immersi. Oggi le persone trascorrono talmente tanto tempo in ambienti chiusi rispetto a quanto abbiano mai fatto prima, che non si rendono conto che noi non siamo “nella” natura, noi “siamo” natura, le persone hanno bisogno di uscire fuori a guardare il cielo, invece di pensare al cielo come un posto in cui svolazzano gli aerei o , visto il bombardamento di notizie nefaste, di missili bellici. Bisogna ricordarsi che, sin dalla notte dei tempi, le persone hanno guardato in alto per ammirare le stelle. Più cose impariamo a quanto è immenso l’universo più ci accorgeremo che siamo artefici e spettatori di uno spettacolo sbalorditivo,irresistibile. Penso che la religione possa essere sia una cosa buona, sia una cosa cattiva e che sia una cosa buona quando permette alle persone di aprirsi , in modo che si sentano parte di uno schema più ampio, cioè della natura. Quando dico natura, sto facendo un discorso su larga scala. Mi riferisco all’Universo con la U  maiuscola a Dio.

In inglese, la vocale “U” si pronuncia “iù”, come il pronome di seconda persona “you” (tu/te/voi). Con “the big ‘U’” si potrebbe intendere anche, in questo contesto, “il grande te”, “il te più grande”. A mio parere più le persone entrano in contatto con la propria forza della natura, più usciranno da schemi di pensiero ristretti e cominceranno a provare sensazioni più intense nei confronti di ogni cosa. Proveranno un amore più profondo. Proveranno curiosità al punto tale da fare più cose. Penso che il Counseling si presta per generare o accelerare questo processo in tempi abbastanza brevi.
Si perché, quando si viveva in una società rurale si coltivava il proprio terreno, poi prima di poter mangiare il coltivato si aspettava che maturassero i frutti, ma oggi le persone vivono una vita più frenetica e sono indaffarate tutto il giorno, da mattina a sera. Hanno bisogno di poter cambiare il proprio stato rapidamente e non attraverso anni e anni di meditazione. Hanno bisogno di riuscirci adesso. Hanno bisogno di ricontattare se stessi cioè ricontattare la natura che è in loro senza pensare di dover andare in Tibet per fare meditazione o rituali filosofici/religiosi, hanno bisogno di ottenerlo oggi. Contattare se stessi la propria natura comprendere chi si è e quale è il proprio scopo in questa dimensione è un processo di ( ri)scoperta, un avventura, un (ri)trovarsi e così (ri)contattare la nostra identità in un sistema più ampio in cui siamo immersi e di cui noi siamo parte integrante.

Come dice Robert Dilts:

il livello di identità riguarda il nostro senso di chi siamo. È la percezione che abbiamo della nostra identità ad organizzare le nostre convinzioni, le nostre capacità e i nostri comportamenti in un unico sistema. Il nostro senso di identità si collega anche alla percezione che abbiamo di noi stessi in relazione ai sistemi più grandi di cui facciamo parte, determinando il senso del nostro “ruolo”, del nostro”scopo” e della nostra “Mission”. Nel nostro sistema neurologico, la nostra identità può essere associata all’intero sistema nervoso e probabilmente coinvolge strutture profonde del cervello come la formazione reticolare. La formazione reticolare è un vasto gruppo di cellule che si trova nella parte più profonda del tronco cerebrale. Le fibre di quest’area si proiettano attraverso il nucleo talamico verso grandi aree di associazione nella corteccia. La formazione reticolare è un regolatore dello stato di allerta; la sua distruzione a livello del mesencefalo porta ad uno stato di coma (a differenza di ampie aree della corteccia, che possono essere distrutte senza perdita di coscienza). L’identità è anche collegata fisiologicamente al sistema immunitario, al sistema endocrino e ad altre importanti funzioni vitali. Perciò, il cambiamento o la trasformazione dell’identità possono avere un effetto enorme e quasi istantaneo sul fisico. Ricerche mediche su soggetti con disturbo di personalità multipla (Putnam, 1984) hanno dimostrato che, nel passaggio di un individuo da una identità all’altra, possono verificarsi dei cambiamenti sorprendenti e degni di nota. Per esempio alcuni soggetti con disturbo di personalità multipla portano paia di occhiali diversi,perché la loro visione cambia a seconda dell’identità.   Altri individui soffrono di determinate allergie in una personalità e non in un'altra. Uno degli esempi più interessanti di cambiamento fisiologico a seconda delle diverse identità, è quello di una donna ricoverata in un ospedale per diabetici, che : “… riusciva a confondere i medici non mostrando sintomi della malattia, quando la personalità non diabetica era dominante…”(Goleman, 1985). L’esperienza di livello spirituale ha  a che fare con il senso che abbiamo di essere parte di qualcosa,  ad  un livello molto profondo, che si trova oltre noi. È la consapevolezza di quello che Gregory Bateson ha definito “modello che connette” tutte le cose in un tutto più grande. Noi, come individui, siamo un sottosistema di questo sistema più grande. La nostra esperienza di questo livello (identità) è collegata al senso dello scopo e della mission che abbiamo nella vita e risponde alla domanda : chi ?  Scaturendo , e in questo modo connette ad un livello più alto, i fattori “spirituali”, delle domande “per chi?” e “per cosa?” si intraprendono determinate azioni o percorsi (il fine) che ci poniamo. Credo che Bateson si riferisse a questo livello, quando parlava di apprendimento IV. L’apprendimento IV comporta un cambiamento rivoluzionario, presuppone il risveglio a qualcosa di completamente nuovo, unico e foriero di grandi trasformazioni. I processi di livello spirituale a che fare neurologicamente con una sorta di “campo relazionale” tra il nostro sistema nervoso e quello delle altre persone, che forma una sorta più grande sistema nervoso collettivo. I risultati di questo campo di interazione sono detti di solito “mente” di gruppo, “spirito” di gruppo o “coscienza” collettiva.

Bateson lo ha descritto così:
La mente dell’individuo è immanente, ma non soltanto nel corpo. È immanente nei percorsi e nei messaggi fuori dal corpo; e c’è una Mente più grande, della quale la mente dell’individuo è solo un sottosistema. Questa mente più grande è paragonabile a Dio ed è forse quello che le persone intendono per “Dio”,  ma è ancora immanente nel sistema sociale e nell’ecologia planetaria, che sono strettamente interconnessi tra loro. (Steps to an Ecology of Mind, 1972)


È questo che intendo per spiritualità laica, e che credo che il Counseling possa aiutare a generare nella scoperta della propria identità , scopo, e Mission, il cambiamento di un intero sistema di convinzioni e valori che allineati possono, passando attraverso Sé stessi, connettersi nel più ampio “sistema dei sistemi”  l’ ”U” maiuscola,  DIO.

Vincenzo D’Angelo: Counselor ad approccio sistemico integrato 
all’armonia posturoemozionale funzionale, Life-Mental Coach, Naturologo , 
operatore shiatsu, massaggiatore olistico, operatore Wassage.

conduttore di gruppi di E-Motion e Yoga della Risata 
TEL.  :  338-8809519 
professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013.
 del 14 gennaio 2013, pubblicata nella GU n. 22 del 26/01/2013"